Crollo della funivia di Stresa: l’eredità e il risarcimento spiegano il rapimento del piccolo Eitan

Dietro il rapimento del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla strage del Mottarone, ci potrebbero essere forti motivazioni economiche. 

Si chiama Eitan e il suo nome circola in questi giorni sulle pagine di cronaca dopo che il 12 settembre, alle 10:30 di mattina, il nonno materno Shmuel Peleg lo ha preso con sé per portarlo a comprare i giocattoli. Alle 18:30 il piccolo è atterrato ad Israele, dopo essere partito da Lugano a bordo di un jet privato diretto a Tel-Aviv. Il passaporto del piccolo Eitan era da tempo nelle mani del nonno, che non lo ha mai restituito alla zia, la nuova tutrice del ragazzino. Eitan è l’unico sopravvissuto alla strage del Mottarone, a Stresa, nella provincia piemontese del Verbano-Cusio-Ossola. Era insieme ai genitori, in una giornata che sembrava tranquilla, quando a 300 metri dalla stazione di vetta il cavo della funivia della linea Stresa-Alpino Mottarone, sul Lago Maggiore, ha ceduto.

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Nell’incidente hanno perso la vita il suo papà Amit Biran, la sua mamma Tal Peleg, il suo fratellino di due anni, Tom. Sono morti anche Barbara Cohen Konisky, di 71 anni, e Itshak Cohen, di 82, i genitori della madre. Restano in vita, accanto ad Eitan, Aya Biran, la zia e sorella del padre, medico in un carcere. Eitan è un bimbo conteso. Il nonno, 58 anni, è un ex militare delle forze armate israeliane mentre la zia paterna, Aya Biran, residente in Italia, è la tutrice del bambino. Così, infatti, è stato stabilito dai tribunali italiani che hanno deciso l’affidamento del piccolo proprio ad Aya. Tuttavia, la decisione del tribunale italiano secondo cui nelle volontà dei genitori c’era che il bimbo vivesse in Italia, era stata contestata duramente dalla famiglia Peleg, secondo cui i genitori del bambino avevano espresso più volte la volontà di tornare a vivere in Israele. Secondo i nonni materni, Tal e Amit si rivolgevano a Eitan in ebraico e provavano a trasmettere la cultura ebraica.

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Tuttavia, il tribunale di Pavia aveva sempre respinto i loro ricorsi intimando a Shmuel Peleg di restituire il passaporto israeliano del bambino entro il 30 agosto ma la decisione del tribunale non era stata rispettata. Il Tribunale di Pavia, oltre a confermare la nomina della zia paterna Aya Biran come tutrice legale di Eitan, aveva stabilito anche il divieto di espatrio che valeva sia nel caso fosse stato presentato per lui un passaporto italiano che per quello israeliano.

I motivi del rapimento

Uno dei moventi che hanno portato al rapimento di Eitan potrebbe essere il patrimonio del bisnonno Itshak. Almeno, questo è quanto sostiene il marito di Aya Biran, Or Niko secondo cui la famiglia Peleg, indagata come autrice del rapimento, non avrebbe ancora stillato l’atto per l’eredità del bisnonno. Secondo Or Niko, la madre di Eitan sarebbe l’erede principale del patrimonio del bisnonno la cui somma sarebbe molto ingente. Non è tutto, perché prima o poi Eitan dovrà percepire dall’assicurazione di Ferrovie del Mottarone Srl una somma piuttosto ingente per quanto accaduto. L’azienda che ha in gestione l’impianto della funivia Stresa-Mottarone è di proprietà di Luigi Nerini, detentore del 100% delle quote aziendali.

Nerini, 56 anni, è indagato per la strage del Mottarone, con l’accusa di aver disattivato il sistema di emergenza dei freni tramite uno strumento per aggirare un’anomalia. Gli altri due indagati sono il direttore dell’esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini. La cifra del risarcimento del piccolo si aggirerebbe intorno a qualche milione di euro.

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