La tua casa venduta e ipotecata dalla banca senza che tu lo sappia. Può accadere veramente

Incredibile truffa smascherata dalla Guardia di finanza, con cinque persone in manette per aver venduto una casa che non era la loro.

L’immobile è stato venduto in un quartiere di lusso a Roma alla cifra di 250mila euro, totalmente incassati. Naturalmente la cifra è poi sparita, come del resto il gruppo, ma per fortuna la GdF ha scoperto il raggiro mettendo le manette a cinque persone. Il tutto è avvenuto ai danni di una famiglia che voleva acquistare un’appartamento in zona Prati, quartiere che fa parte del Primo municipio e che è molto appetito per la vicinanza al centro e la presenza del tribunale.

Tutto va ricondotto ai tentativi fraudolenti relativi allo stesso appartamento, a cui sono seguite diverse denunce presentate alla procura. Il Nucleo di polizia Economico-Finanziaria di Roma e la Sezione di Polizia Giudiziaria della GdF della Procura hanno ricostruito la sofisticata truffa organizzata in un periodo di diversi mesi verso una giovane famiglia alla ricerca della prima casa.

Il sedicente agente immobiliare e il falso proprietario: una truffa ben congegnata da 250mila eurobonus prima casa

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Un finto agente immobiliare, Mario Mattei, faceva pubblicare un annuncio di vendita su un noto portale immobiliare e si preoccupava di organizzare gli incontri con gli interessati. A sua volta Nagla Alagrebi con un documento contraffatto si fingeva il proprietario, tanto da riuscire a stipulare un regolare atto di compravendita di fronte ad un notaio all’oscuro di tutto e di farsi pagare i 250mila euro.

La cifra è subito sparita dal conto corrente, aperto solo temporaneamente da Alagreb tramite la falsa identità, utilizzando come sistemi il prelevamento al bancomat e due grossi bonifici verso società che però sono state tracciate, vista l’assenza di valide ragioni economiche. Le indagini hanno permesso di risalire alle “menti” della truffa, che sono Massimo Mannarà, Francesco Carpentieri e Mario Bazzurri. Tramite prelevamenti di denaro contante, infatti, i soldi tornavano in breve tempo, al netto del corrispettivo per l’illecita prestazione resa, a chi aveva disposto i bonifici.

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La truffa era ben congegnata: il gruppo cercava case in vendita, si mostrava interessata e si faceva inviare i documenti per effettuare il rogito. Una volta ricevuti questi venivano falsificati. Prima di effettuare la falsa vendita il finto proprietario chiedeva anche un mutuo agli istituti bancari insieme ad un finto acquirente, sempre complice, ma ovviamente la somma spariva poi velocemente. Quindi la truffa organizzata era doppia, sia dal lato bancario che verso i poveri malcapitati, senza contare il vero proprietario, che si ritrovava poi l’appartamento venduto o ipotecato per la mancata insolvenza verso la banca.

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