Pensioni, non sono più i parenti a dover comunicare la morte del congiunto all’INPS, dicono i giudici

Quando un pensionato muore, l’INPS deve essere avvisata della cosa in modo da cessare l’erogazione della pensione. Ma chi è che deve comunicare il decesso all’ente previdenziale?

Quando un pensionato muore, è d’obbligo informare l’INPS della scomparsa. Questo serve all’ente previdenziale per sapere di dover interrompere l’erogazione della pensione in quanto non più dovuta. La Corte di Cassazione, con due sentenze, una nel 2013 e una nel 2018, aveva decretato che la responsabilità della comuncaizone sarebbe spettata agli eredi del defunto. Questi avrebbero dovuto informare l’INPS del decesso del proprio parente, in modo che la pensione smettesse di essere erogata. In mancanza di una comunicazione e con l’erogazione anche solo di una pensione non dovuta, tali eredi sarebbero passabili di incriminazione del reato di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.

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Questa è stata la posizione ufficiale fino a oggi. Recentemente, tuttavia, la Corte di Cassazione si è di nuovo interrogata sul problema e la decisione è stata diversa che in passato. Secondo l’ultima sentenza emessa sulla questione, la responsabilità di comunicare all’INPS della scomparsa di un pensionato non spetta più agli eredi, né di un eventuale cointestatario di un conto corrente cointestato, ma all’ufficio dell’Anagrafe comunale. Questo dovrà fare comunicazione online all’INPS della morte del pensionato in questione. Questo implica che sarà il Comune a dover informare l’ente previdenziale del decesso dei pensionati e non più i privati cittadini.

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Nonostante la norma non preveda che privati cittadini forniscano all’INPS un certificato di morte cartaceo per la scomparsa di qualcuno, per i medici necroscopi c’è l’obbligo di inviare all’INPS il certificato di accertamento del decesso non oltre 48 ore dall’evento. Dopo di ché, l’INPS procede automaticamente ad archiviare il profilo in questione e interrompere l’erogazione della pensione. Se, per qualsiasi ragione, che sia ritardo nella consegna dei documenti o errore umano, la mensilità della pensione dopo la dipartita del pensionato arrivasse sul conto dei suoi eredi, questi dovrebbero rimandare all’INPS l’importo ricevuto, in modo da evitare un giudizio quantomeno civile per il recupero del credito da parte dell’INPS.

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