Pensioni, andarsene nel 2022 prima che sia troppo tardi

Sono cambiate le norme che regolano l’uscita dal mondo del lavoro. Ecco cosa cambia e come fare per andare in pensione 

Il 2022 è l’anno di Quota 102, che sostituisce l’ormai esaurita Quota 100. La misura previdenziale Quota 100, istituita nel 2018, prevedeva il pensionamento anticipato in via sperimentale per un tempo previsto di 3 anni, con possibilità di prolungamento. Gli effetti sperati, però, non ci sono stati e la misura è stata sostituita da forme di pensionamento anticipato meno costosi per le casse dello stato. Quota 100 è sparita definitivamente il 31 dicembre 2021. I requisiti per richiederla erano essere in possesso di un’età anagrafica non inferiore a 62 anni; e un’anzianità contributiva non inferiore a 38 anni (quindi avere almeno 38 anni di contributi versati).

Il funzionamento di Quota 102 è quasi identico, ma a cambiare sono i requisiti di accesso. Quota 102 alza il requisito anagrafico a 64 anni invece che 62, mentre nulla cambia riguardo l’anzianità contributiva. Tuttavia, anche quest’anno c’è chi riuscirà ad andare in pensione a 62 anni. Si tratta dei cittadini che hanno maturato i requisiti richiesti per la Quota 100 nel mese di dicembre 2021, grazie al meccanismo della cristallizzazione dei requisiti. Tutti gli altri, invece, dovranno usufruire di Quota 102, a cui ricorrerà la maggior parte degli italiani. I beneficiari della misura Quota 102, quest’anno, saranno circa 16.800 persone, con un costo totale di circa 170milioni di euro. Nel 2023, un altro cambiamento è in arrivo: entrerà in vigore il nuovo scaglione, cioè quota 104, che dovrebbe garantire 23.500 pensionamenti anticipati.

Ape sociale 

Un’altra opzione per lasciare il mondo del lavoro è l’Ape Sociale, prorogata per un altro anno. La platea di beneficiari è stata estesa a più lavoratori gravosi. Le categorie che hanno diritto all’Ape passano così da 15 a 23, accogliendo nuove figure professionali. L’indennità viene corrisposta fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia. Si rivolge a soggetti aventi determinate condizioni, che abbiano compiuto almeno 63 anni di età, e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero. L’indennità è pari o all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, se inferiore a 1.500 euro; oppure, è pari a 1.500 euro, se la pensione è pari o maggiore. Durante il godimento dell’indennità non spetta contribuzione figurativa né gli assegni al nucleo familiare. Il trattamento, in caso di decesso del titolare, si esaurisce.

Opzione donna 

Con Opzione donna, le lavoratrici nate nel 1962 (se autonome) e nel 1963 hanno diritto all’uscita anticipata dal mondo del lavoro secondo il calcolo contributivo. I requisiti per avere accesso sono avere 58 anni di età e 35 di contributi per le dipendenti e 59 anni di età e 35 di contributi per le autonome. Il diritto si acquisisce a 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti nel caso siano dipendenti, e 18 mesi nel caso in cui siano autonome. Per usufruire della misura, infine, sarà necessario terminare il rapporto di lavoro dipendente mentre quello di lavoratrice autonoma può proseguire.

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