Additivi: sono nocivi e verranno vietati, ma fra sei mesi. Attenti a cosa acquistate nei Supermercati

Alcuni additivi chimici si trovano nei farmaci, negli alimenti, nei cosmetici. Ma presto non sarà più così

Vietato il biossido di titanio negli alimenti. A dirlo, la Commissione europea, che ha rivalutato i dati in merito al biossido di titanio stabilendo che l’additivo E171 è da sostituire. Il biossido di titanio, quindi, è stato vietato come additivo alimentare (E171) dopo che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha aggiornato la sua posizione, riferita l’ultima volta nel 2016. Il divieto è valido però solo negli alimenti ma nulla cambia per gli usi estetici e farmaceutici. Il biossido di titanio o E171, nella codifica europea degli additivi alimentari, è un composto chimico che si presenta sotto forma di polvere cristallina incolore, tendente al bianco; ha formula chimica TiO2. Il suo uso è diverso: può essere utilizzato come pigmento bianco nelle vernici, nelle materie plastiche e nel cemento da costruzione e come opacizzante per le vernici colorate. Viene anche usato nella cosmesi come colorante.

In origine considerato poco nocivo, il Comitato scientifico per la sicurezza dei consumatori ha valutato diversi rischi per l’ossido di titanio come ingrediente nei cosmetici, considerando sicuro il suo utilizzo in forma nano come filtro solare, introducendo però restrizioni. Invece, come additivo alimentare, è identificato dalla sigla E 171, ma gli studi sulla sua innocuità sul potenziale cancerogeno sono vari. Nel maggio del 2016 è stata ufficialmente attivata la procedura di “Proposta di classificazione ed etichettatura relativa al processo di armonizzazione” per il biossido di titanio come cancerogeno 1B con frase di rischio H350i. Dal 8 febbraio 2020, è classificato nella UE come sospetto cancerogeno per inalazione. L’uso del biossido di titanio era già sconsigliato e vietato in diversi Paesi e ora il divieto europeo arriva con ritardo e sarà applicato con uno scarto ulteriore di 6 mesi, per lasciare ai Paesi la possibilità di organizzarsi.

Presentata da almeno due anni, la richiesta per la rivalutazione è stata effettuata e i dati hanno supportato la richiesta e l’attuazione di un divieto di utilizzo del biossido di titanio come additivo alimentare. Nel settore alimentare si trova ancora in dolci e prodotti da forno, zuppe e brodi, salse pronte, gomme da masticare e caramelle creme spalmabili, frutta secca trasformata mentre nel settore dei cosmetici si trova in creme per il cambio del pannolino, ciprie e trucchi, deodoranti dentifrici, creme solari. Nei farmaci l’utilizzo di  non verrà vietato.

In merito alla fattibilità di sostituire nei farmaci il biossido di titanio, si è espressa l’Agenzia europea per i medicinali su richiesta della Commissione Europea. L’Ema stima in almeno dieci anni il tempo necessario affinché il biossido di titanio scompaia dai farmaci. Sul tema la Commissione ha risposto chiedendo di fornire una valutazione aggiornata tra tre anni perchè “l’industria farmaceutica deve compiere tutti gli sforzi possibili per accelerare la ricerca e lo sviluppo di alternative per sostituire il biossido di titanio nei prodotti“.

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