Pensioni, così si tenta di evitare il ritorno alla Fornero

Riforma pensioni: Si troverà un accordo tra il governo ed i sindacati? Ecco tutte le ipotesi. Cosa accadrà dal 1 gennaio 2023?

Riforma pensioni, cosa sappiamo e cosa succederà
Riforma pensioni_20220217_missionerisparmio.it

Il tema della riforma pensioni è molto dibattuto al momento. Sappiamo con certezza che dal 31 dicembre 2022 non verrà rinnovata Quota 102. Stanno scendendo in campo sempre più ipotesi, tra le principali troviamo quella di Reitano e Tridico. Ovviamente, non può non esserci un appunto da parte dei sindacati. Si sta cercando di trovare un accordo. Il governo Draghi propone di attutare un piccolo taglio sull’assegno, offrendo in cambio di un piccolo sconto sull’età pensionabile.

Tra le ipotesi ne è prevista una che andrebbe a modificare il meccanismo di adeguamento alla speranza di vita. Secondo alcune indiscrezioni un’ipotesi punterebbe ai 64 anni come età pensionabile. Cerchiamo di capire qualcosa in più a riguardo. Ecco quello che sappiamo.

Pensioni: l’INPS come si sta muovendo?

Riforma pensioni, cosa sappiamo e cosa succederà
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Il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico vuole mettere in campo un piano che vada a tener conto solo del sistema contributivo. Con questa ipotesi tutti i lavoratori possono andare in pensione all’età di 64 anni e sull’assegno, appunto, riceveranno solo la parte matura in base ad i contributi raggiunti fino a quel momento. La quota retributiva la pagherebbero raggiunti i 67 anni, requisito fissato dalla Legge Fornero.

Questo piano in primis non prevederebbe penalizzazioni una volta compiuti i 67 anni. In secondo luogo rappresenterebbe un gran “favore”, da parte dell’INPS, verso lo Stato. Così facendo si eviterebbe di gravare notevolmente sulle sue casse. Se solo pensiamo alla Quota 41 che vede una spesa di 10 miliardi, in confronto, questo piano, che vedrebbe a costare 400 milioni di euro, non è nulla.

La linea seguita dal governo, invece, con il ricalcolo dell’assegno contributivo porterebbe ad un taglio che rischia di essere pari al 30% e l’uscita dal mondo del lavoro sarebbe prevista a 64 anni di età, avendo maturati 20 di contributi. Una proposta sicuramente più penalizzante che non è vista di buon occhio da parte dei sindacati. Cisl, Cgil e Uil puntano a garantire condizioni più strutturate e favorevoli soprattuto per l’accesso alla pensione da parte delle categorie più deboli. Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil dice alla “Stampa”:

“Nessuno pensa di tornare a un sistema retributivo […], c’è una percentuale, ormai bassa, di lavoratori col sistema misto. Cambiare le regole adesso significa cambiare le carte in tavola”.

Fine della Quota 102

Cosa accadrà quando non verrà più rinnovata la Quota 102? Una domanda che si pongono in tanti. La sua fine porterebbe all’entrata in vigore, nuovamente, della Legge Fornero. Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, chiarifica la sua posizione dicendo:

“Ci opponiamo fortemente ad un graduale ritorno della Legge Fornero e riteniamo che la soluzione migliore resti Quota 41, […] E’ fondamentale, dunque, tutelare i diritti acquisiti dei lavoratori, garantendo, al contempo, il turnover generazionale e l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”.

Vedremo cosa succederà durante la prossima settimana perchè è prevista  la prima verifica politica tra il governo Draghi ed i sindacati.

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