Pensioni, nel 2025 cambierà davvero tutto

Il problema del sistema pensionistico in Italia ce lo portiamo avanti da molto tempo. Attualmente si attende una riforma generale per il 2023, ma è dal 2025 che le cose diventeranno problematiche.

L’Italia ha da tempo dei grossi problemi con il sistema pensionistico. Con un mercato del lavoro non all’altezza di reggere il gran numero di pensionati del nostro paese, il Governo sta cercando di prendere provvedimenti, cercando delle mediazioni coi sindacati che permettano di ottenere delle pensioni che non ledano troppo le casse dello Stato. La riforma del 2023 servirà anche per trovare un’alternativa alla Legge Fornero, al momento la legge di riferimento per il sistema pensionistico, che porterebbe a grossi problemi per le future pensioni se non riformulata. In particolare il problema sarebbe che per andare in pensione in futuro, già a patire dal 2025, si dovrà aspettare molto più di adesso.

La legge Fornero permette, ad oggi, un’uscita del mondo del lavoro con la pensione di vecchiaia a 67 anni e 3 mesi. Tuttavia questo requisito è destinato a cambiare, visto che la legge stessa prevede un adeguamento dell’età minima per la pensione all’aspettativa di vita media. L’anno 2025 è particolarmente importante perché a causa della pandemia il MEF ha deciso di bloccare gli aumenti dell’età pensionabile fino, appunto, al 2025. Sperando, ovviamente, che intanto la pandemia sia passata o quantomeno sotto controllo. Il fatto che la pandemia abbia abbassato l’aspettativa di vita degli italiali ha permesso a questo meccanismo di funzionare, ma una volta finita si tornerà agli aumenti di età pensionabile e a rimetterci saranno le generazioni future.

Le stime prevedono che già nel 2031 l’età per la pensione di vecchiaia aumenterà a 68 anni. Seguendo gli adeguamenti della Legge Fornero decisi per il post-pandemia, ovvero di 2 mesi ogni biennio anzichè 3 fino a 2054, quell’anno l’età per la pensione di vecchiaia sarà probabilmente a 70 anni. L’aumento dell’età per la pensione di vecchiaia non si riperquoteranno anche sulle pensioni anticipate che si basano sull’anzianità contributiva. Questo perché le pensioni anticipate non seguono l’adeguamento in base all’aspettativa di vita media, ma sono legate ad un provvedimento legislativo.

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