Riforma fiscale, se guadagni meno di 30 mila euro per te sarà un problema

La nuova divisione delle aliquote dell’IRPEF, che scendono da 5 a 4 portano una serie di effetti. Alcuni potranno guadagnare soldi in busta paga, ma il ceto medio ne paga il dazio.

La riforma fiscale, con la revisione degli scaglioni di aliquote da applicare all’IRPEF, porta con se una serie di effetti su tutti i lavoratori. In base al reddito del lavoratore, l’effetto potrebbe essere più o meno positivo o negativo. La riforma, introdotta con la Legge di Bilanzio 2022, prevede la riduzione degli scaglioni Irpef, dai 5 precedenti a 4. Questo risultato è garantito dalla modifica delle aliquote medie dell’Irpef, facendo passare l’aliquota al 27% al 25% e quella al 38% al 35%. Vengono invece mantenute invariate le aliquote minime e massime. Nello specifico, i redditi fino a 15.000 euro restano al 23%, quelli da 15.000 a 28.000 euro passano dal 27% al 25%, quelli compresi tra 28.000 e 50.000 euro passano dal 38% al 35%, e infine, i redditi superiori ai 50.000 euro passano direttamente alla massima aliquota Irpef al 43%.

L’effetto immediato della riforma è la drastica riduzione della platea dei possibili beneficiari del Bonus Renzi da 80 o 100 euro. Riavvolgiamo il nastro e torniamo al 2016, quando il Governo Renzi ha introdotto questa misura, inizialmente di 80 euro, poi ritoccata fino a 100 dal II Conte. Questo incremento in busta paga è stato allargato a tutti i redditi fino a 40mila euro. Ad oggi però il suo futuro sembrava segnato dalla rivoluzione che ha coinvolto gli scaglioni Irpef, ma sembra che questo credito non sarà cancellato, pur se inglobato dalle nuove aliquote. Infatti dovrebbe essere erogato anche nel 2022 pur se nella forma di detrazione fiscale.

Ma come cambierà la detrazione nel 2022? Il credito Irpef sarà erogato appunto come detrazione, ma ad oggi non è stimabile. L’idea è di avvantaggiare le fasce medio-basse del reddito, ma tutto è ancora in forte divenire. Intanto è stata raggiunta un’intesa sugli scaglioni dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, che scenderanno dagli attuali 5 a 4, così come le aliquote. Ricapitolando la riforma La fascia di reddito più bassa, fino a 15 mila euro, resta invariata al 23%, quella 15-28 mila scende dal 27% al 25%, quella 28-50 mila va dal 38% al 35%, mentre oltre i 50 mila euro annui si passa direttamente al 43%. Viene cancellata, quindi, l’aliquota del 41%.

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