“Non inseguite più chi non si ferma al posto di blocco”. La circolare fraintesa che ha creato il caos

La chiarezza degli ordini, specie nell’ambito della siturezza, è fondamentale per un buon lavoro. Lo dimostra questa storia in cui un ordine frainteso nella sua comunicazione ha portato ad alcuni problemi.

Non inseguite chi non si ferma al posto di blocco“. Un ordine arrivato dall’alto agli agenti della Polizia Stradale della Lombardia che potrebbe aver fatto pensare a uno scherzo del 1 aprile. La storia ha inizio nella mattinata del 1 aprile, quando agli agenti della Polizia Stradale della Lombardia viene mostrata una circolare che intima parrebbe intimare loro di non effettuare gli inseguimenti di chi non si ferma al posto di blocco. La cosa pare strana già di suo, ma la situazione si complica con una catena di fraintendimenti e strumentalizzazioni che portano ad attribuire la circolare addirittura al Ministero dell’Interno.

Una gran confusione tra gli agenti che deriva da una errata interpretazione degli ordini, che in realtà intendevano tutt’altro. Maria Dolores Rucci, dirigente regionale della Regione Lombardia che aveva firmato la circolare, ha confermato che la stessa recava un invito ad agire con prudenza nei confronti degli automobilisti che non si fermavano all'”alt” della Polizia. Gli agenti avrebbero dovuto, secondo il protocollo, prendere la targa, tipo e modello del veicolo e segnalare l’irregolarità ai colleghi tramite messaggio radio. A questo punto la centrale avrebbe inviato qualcuno a rintracciare i fuggitivi. Un semplice reminder del protocollo da applicare che, per una interpretazione sbagliata, ha portato al caos. La notizia di una circolare che impediva agli agenti di Polizia di inseguire i fuggitivi si è rapidamente sparsa in tutta Italia tramite passaparola, arrivando fino a Roma.

Tra le istituzioni si è cominciata a pargere la voce di un ordine arrivato direttamente dal Ministero dell’Interno, cosa che ha portato alcune parti politiche ad accusare direttamente la ministra Luciana Lamborgese, con tanto di richiesta di interrogazioni parlamentari. Un semplice errore di comunicazione che si è ingigantito enormemente, e che si è risolto relativamente in fretta. Nella stessa giornata di ieri la Polizia Stradale ha emesso una comunicazione ufficiale che riportava come la circolare fosse stata emessa del comando regionale della Lombardia e spiegando il contenuto del messaggio. La situazione è stata riportata all’ordine rapidamente, con solo una giornata di confusione per tutti i soggetti coinvolti.

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