Lavoro in nero, in che modo può punirti l’Agenzia delle Entrate

Nonostante sia molto diffuso sull’intero territorio del nostro Paese, il lavoro in nero è sanzionato pesantemente da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ecco come.

(Pixabay)

Il lavoro in nero è uno dei fenomeni di evasione fiscale più diffusi sull’intero territorio del nostro Paese. Praticato soprattutto nei casi di lavoro minorile, occasionale e in settori come quello gastronomico e dell’edilizia, sta prendendo piede anche in molte aziende “insospettabili”.

Proprio a causa della sua elevata diffusione, le segnalazioni di questo fenomeno sono molteplici. A queste, infatti, seguono pesanti sanzioni e ammende da parte dell’Agenzia delle Entrate. In questo articolo ti mostriamo quali sono le pene più severe previste dal Fisco.

Ecco come l’Agenzia delle Entrate punisce il lavoro in nero

Produrre guadagni in nero, senza fare alcuna dichiarazione fiscale, equivale ad evadere il Fisco e, quindi, ad infrangere la legge italiana. Il lavoro in nero, infatti, continua ad essere un serio problema per l’economia del nostro Paese, nonostante si provi a contrastarla in molti modi. Ecco, infatti, quali come l’Agenzia delle Entrate punisce il lavoro in nero.

Per risalire a potenziali guadagni in nero, l’Agenzia delle Entrate monitora il ricarico che il commerciante applica. Questo può avvenire grazie a metodi piuttosto semplici da utilizzare. Nel momento della determinazione di ricavi e redditi dei contribuenti, il Fisco accoglie le dichiarazioni ricevute, andando a fondo e indagando le operazioni sospette.

L’agenzia delle entrate calcola i guadagni in nero di un cittadino attraverso i movimenti bancari avvenuti sul conto corrente. In caso di presunte violazioni, sarà compito del contribuente giustificare e spiegare il proprio operato che ha portato a ricavi possibilmente irregolari.

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Tuttavia, non è sempre il lavoratore a subire le conseguenze peggiori. In caso di accertato lavoro in nero, infatti, il lavoratore potrebbe fare causa all’azienda per cui ricopre un ruolo, richiedendo il mancato versamento dei contributi, oltre agli straordinari non pagati e agli stipendi non versati.

Nei casi di accertamento della presenza di pagamenti in nero, il datore di lavoro può andare in contro a sanzioni che vanno da 100 a 500€ per ogni lavoratore interessato. Nel caso in cui è applicabile ma maxi-sanzione per lavoro sommerso, le pene aumentano vertiginosamente.

Nei casi di lavoro sommerso, infatti, le sanzioni vanno da 1.500 a 1.900€ (se l’impiego del lavoratore è durato fino a 30 giorni). Se invece l’impiego in nero ha visto una durata che va da 31 a 20 giorni, la sanzione potrà variare tra i 3.000 e i 18.000€ per ogni lavoratore. Oltre i 60 giorni, la sanzione si aggira tra i 6.000 e i 36.000€.

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