Spread alla stelle, gli italiani perdono tutte le certezze

Si aggiungono crisi a crisi in questo momento nero dell’economia. Il rialzo dello spread continua torna a far preoccupare gli italiani. Le borse crollano e si perdono molti soldi.

La fine del Quantitative Easing e il mancato annuncio di un nuovo scudo da parte della BCE fanno di nuovo alzare le differenze di valore tra BTP e Bund. L’indice spread continua a salire e le borse crollano, portando il panico tra i risparmiatori italiani.

Piazza Affari ha chiuso la seduta con un tonfo di oltre il 5%, un vero tracollo portato dal rialzo dell’indice Spread, ovvero la differenza di valore tra i titoli BTP e Bund tedeschi. La fonte di questo rialzo è da ricercare nell’annuncio della BCE di qualche giorno fa, in cui comunica la sua intenzione di alzare i tassi di interesse dello 0,25% a partire da luglio 2022. A questo seguirà un ulteriore aumento fino allo 0,5% a settembre. Questa mossa della BCE mette ufficialmente fine al programma di acquisti Asset Purchase Programme iniziato nel 2014 da Mario Draghi per tenere bassi i tassi di interesse.

La decisione unanime del Consiglio direttivo della BCE è nata dall’esigenza di tenere a freno l’impennata dell’inflazione in Europa, cresciuta fino all’8% negli ultimi mesi. Il risultato collaterale di questa operazione è stata aumentare lo spred a 233 punti. Gli interessi sul debito pubblico italiano sono dunque tornati a crescere in maniera significativa. Nonostante siamo ancora lontani dai livelli da incubo del 2011, con lo spreda a 574 punti, la situazione è comunque molto preoccupante. La prima entità a subire gli effetti del rialzo dello spred è stata, come detto, la Borsa di Milano, che ha perso il 5%, seguita a ruota dalla borsa di Francoforte, che è scesa del 3%, Parigi, scesa del 2,69%, e Londra, scesa del 2,17%.

La nota positiva di questa decisione è che l’aumento dei tassi di interesse aiuterà a diminuire gli aumenti sulle spese dovuti alla guerra in Ucraina. L’obbiettivo nel medio termine è quello di far tornare l’inflazione sotto la soglia di guardia del 2%. Contemporaneamente, però, la decisione della BCE espone al rischio i paesi europei più esposti alla speculazione, tra cui, appunto, l’Italia.

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