Pericolo revoca della Pensione a settembre, cosa c’è di vero

Un pericolo che si pone in netto contrasto con gli aumenti che le pensioni stanno per ricevere. Mentre il decreto di Draghi aumenta gli importi delle pensioni, una revoca potrebbe essere dietro l’angolo a settembre. Ecco chi deve preoccuparsi.

Con le pensioni sembra di giocare al Gioco dell’Oca, si fanno passi avanti e passi indietro a seconda di dove si capita. Mentre Mario Draghi con il decreto aiuti bis decide di anticipare il ricalcolo delle pensioni per avere l’aumento destinato al 2023 già a settembre 2022, una brutta sorpresa potrebbe aspettare un numero, per fortuna ristretto, di pensionati proprio a settembre.

Si tratta di una possibile decurtazione dello stesso importo pensionistico che fa da preludio a una completa revoca del trattamento. Questo tuttavia non avverrà per tutti, anzi, entrambe le misure, taglio e revoca, sono entrambe delle misure sanzionatorie contro quei pensionati che hanno un trattamento pensionistico collegato al reddito, ma non hanno presentato al fisco la propria dichiarazione dei redditi.

Pericolo revoca della Pensione a settembre, cosa c’è di vero

Per trattamenti pensinistici collegati al reddito si intende quei trattamenti aggiuntivi che vanno a concorrere al reddito personale di un individuo. Trattamenti quali l’integrazione del trattamento minimo, l’incremento al milione, o la pensione di reversibilità. Tutte misure che concorrono ad aumentare l’importo della pensione, ma solo entro certi limiti reddituali. L’Agenzia delle Entrate, come forma di controllo che questi limiti reddituali vengano soddisfatti da chi riceve i trattamenti extra, richiede i redditi ai pensionati. Questo significa che ogni anno questi devono consegnare una dichiarazione dei redditi. Secondo questo nuovo regolamento, chi non presenterà la propria dichiarazione dei redditi per l’anno corrente, nel caso in cui percepisca un trattamento aggiuntivo come quelli sopra citati, verrà penalizzato con un taglio del 10% sull’importo della pensione a partire da settembre 2022. Chi, nonostante questo avviso, non presenterà nuovamente la dichiarazione dei redditi anche al richiamo successivo verrà privato delle prestazioni aggiuntive in oggetto.

Quindi questo avviso vale soltanto per coloro che percepiscono trattamenti pensionistici aggiuntivi alla normale pensione di vecchiaia. Se, per esempio, qualcuno percepisce l’integrazione del trattamento minimo, oppure una pensione di reversibilità se la troverebbe decurtata del 10% a settembre e annullata completamente all’inizio dell’anno 2023.

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