Sanzioni a Putin e sostegno all’Ucraina, c’è un prezzo da pagare: in arrivo bollette di 10 volte più care

La solidarietà con l’Ucraina, invasa dalla Russia, costa cara all’Italia così come al resto d’Europa. Le contromisure del Cremlino contro le sanzioni imposte dall’UE sono pesanti e si ripercuotono sulle nostre bollette.

Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, avverte su quanto sia realmente salito il costo dell’energia. Il Costo di acquisto del gas è ormai arrivato a 250 euro per Megawattora, il che si traduce in 600 euro per Megawattora del costo totale dell’energia elettrica. Un costo oltre l’insostenibile per la maggior parte delle famiglie e delle imprese italiane.

Foto ANSA Firma: Filip Singer

Sanzioni a Putin e sostegno all’Ucraina

Secondo le parole di Tabarelli, il costo dell’energia è dieci volte superiore rispetto all’anno scorso e si ripercuote su tutti gli ambiti economici in cui, volente o nolente, occorre l’energia elettrica. Di fronte a questi aumenti mostruosi i 40 miliardi di euro stanziati dal Governo per gli aiuti a famiglie ed imprese sembrano poca cosa. Anche il presidente di Arera, Stefano Bessenghini, è preoccupato rispetto a quanto effettivamente efficaci potrebbero essere le misure prese con il decreto aiuti bis di fronte alle nuove tariffe energetiche che andranno fatte per il 2023.

Le spese in aumento per la corrente elettrica sono causate principalmente da 2 fattori estremamente importanti. Il primo e più intuibile sono le contromosse di Mosca alle sanzioni economiche dell’Unione Europea e degli Stati Uniti nei suoi confronti. Per controbilanciare le sanzioni, il Cremlino ha disposto una serie di mosse per rendere la vita più difficile ai paesi ostili. Gli aumenti del prezzo del gas, i blocchi delle esportazioni per problemi di manutenzione e altre mosse economiche hanno fatto sì che il prezzo del gas importanto proprio dalla Federazione Russa salisse a dismisura.

Davide Tabarelli Foto ANSA Firma: Luigi Mistrulli

Dall’altra parte c’è il problema della speculazione. Se il prezzo del gas è effettivamente salito a causa delle mosse del Cremlino, è anche vero che c’è chi sta guadagnando dall’aumento dei prezzi, giocando con strumenti finanziari in particolare sui titoli Ttf olandesi. Questi sono i titoli delle distribuzioni di gas naturale in tutte l’Europa, visto che la maggioranza dei paesi dell’Unione compra il gas proveniente dalla Russia tramite l’Olanda, dove termina il gasdotto necessario per le importazioni. Il problema è che i titoli finanziari di questo mercato sono estremamente suscettibili alla speculazione e questo non fa altro che aumentare ancora di più la percentuale di aumento di prezzo sulle bollette. Di fronte a tutto questo, gli aiuti dello Stato potrebbero non essere sufficienti e si dovrà trovare altre forme di aiuto per riequilibrare la situazione. L’alternativa è aspettare che le imprese italiane comincino a chiudere per gli stenti.

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