Reddito di Cittadinanza, cosa accade se vince il PD

Reddito di Cittadinanza: ecco il programma del Partito Democratico

Il Reddito di Cittadinanza è un argomento molto caldo nei vari programmi elettorali dei partiti per le elezioni politiche in programma il prossimo 25 settembre. Il sussidio, varato dal Movimento Cinque Stelle, nel corso del tempo ha aperto tante riflessioni nelle varie forze politiche del nostro Paese. A far discutere sono i requisiti del Reddito di Cittadinanza così come il numero delle offerte di lavoro che possono essere rifiutate. Il sistema oggi risulta ormai sempre di più ingolfato con il risultato che il RdC sta somigliando sempre di più ad una rendita più che un sussidio in attesa di occupazione.

Reddito di Cittadinanza: il programma elettorale del PD

Nel suo programma elettorale, il Partito democratico, guidato da Enrico Letta, sostiene la necessità che il reddito di cittadinanza vada opportunamente ricalibrato, seguendo le indicazioni fornite a novembre 2021 dal Comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza. In particolare, il Pd ha indicato tre proposte avanzate dal Comitato:

  • la revisione dei criteri con cui funziona il reddito di cittadinanza, che al momento penalizzano le famiglie più numerose con minori;
  • la possibilità per i percettori del reddito di cittadinanza di conservare una parte del sussidio, nel caso in cui trovino un’occupazione, per non disincentivare la ricerca del lavoro;
  • riduzione dei 10 anni di residenza in Italia richiesta per accedere al sussidio.

 

Reddito Cittadinanza: proposta del centrodestra

Partiamo dal programma della coalizione di centrodestra, sottoscritto lo scorso 11 agosto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati. Tra i vari punti, il testo promette la sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro. La Meloni ha ribadito che il suo partito vuole sostituire il reddito di cittadinanza con uno strumento a tutela dei soggetti effettivamente fragili.

La Lega da un lato vorrebbe mantenere il sussidio per i percettori inidonei al lavoro modificando gli importi a seconda delle diverse soglie di povertà. Dall’altro vorrebbe trasformare i sussidio, per chi è idoneo a lavorare, come un ammortizzatore sociale finalizzato all’occupazione.

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