“Non paghiamo le bollette” è arrivata la rivolta fiscale

E’ nata una nuova rivolta fiscale messa in atto da alcuni disobbedienti che si ribella al grido di: “Non paghiamo le bollette”.

Il rialzo dei prezzi relativi alle bollette è sotto gli occhi di tutti e con il passare del tempo la situazione sta diventando sempre più insostenibile tanto da spingere un gruppo di disobbedienti che ha deciso di ribellarsi e di non pagare le bollette.

Quello in esame è un movimento che è nato prima nel Regno Unito e che si chiama Don’t Pay e ora ha preso piede anche in Italia.

“Non paghiamo le bollette” è arrivata la rivolta fiscale

Il motivo della sua nascita è da ritrovare nell’aumento delle bollette energetiche e dalla sostanziale incapacità da parte delle autorità di contrastare in maniera efficace l’attuale andamento. Nata da una prima volontà di cittadini britannici, grazie ad un hashtag lanciato su Twitter volto a chiamare a raccolta i cittadini che non sono più disposti a pagare cifre da capogiro, è emerso che il movimento è in continua crescita anche in Italia. Ovviamente i dati al momento rivelano che si tratta di un folto gruppo di persone ma non ci sono ancora informazioni sufficienti per capire se questo movimento possa manifestarsi realmente.

Va detto comunque che almeno nel Regno Unito il gruppo appare piuttosto coeso, con una buona schiera di adepti. Proprio per questo sta crescendo sempre più anche l’attenzione da parte dei media nei confronti di questo fenomeno che, in ogni caso, deve spingere i governi dei vari Paesi a capire che bisogna mettere in atto al più presto misure incisive volte a contrastare il caro bollette che sta contribuendo a generare un forte mal contento generalizzato. I cittadini europei, infatti, si sentono oramai schiacciati dalla crisi energetica in atto, sentimento che è acuito a causa di una inefficace azione da parte delle autorità. Le difficoltà peraltro non riguardano soltanto i privati cittadini ma anche le aziende che in molti casi si ritrovano a dover chiudere a causa di bollette quadruplicate. La chiusura delle attività potrebbe mettere in pericolo l’intera stabilità del tessuto sociale ed economico per cui è necessario scongiurare in ogni modo un simile scenario agendo in maniera tempestiva oltre che efficace.

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