Anticipo della pensione, perchè ora può saltare tutto

Il nuovo Governo deve subito agire per scongiurare la Legge Fornero a partire dall’1 gennaio 2023. Occhio anche alle rivalutazioni delle pensioni.

Il nuovo governo di Centrodestra deve subito trovare un rimedio per scongiurare la Legge Fornero. Come se non bastasse, per i pensionati rischia di esserci la beffa rivalutazione pensione dal 1 gennaio 2023. Per quanto riguarda l’incubo della Legge Fornero, il nuovo esecutivo non ha molti margini di manovra. Il tempo a disposizione è praticamente nullo e soluzioni nuove in cantiere non ci sono e sarebbero troppo costose per le casse dello Stato. Certamente è un problema di non poco conto.

Anticipo pensioni a rischio

Il 31 dicembre 2022, se non arriveranno nuovi interventi, si chiuderanno contemporaneamente tre canali d’uscita anticipata dal lavoro come Quota 102, Opzione donna, Ape sociale:

  • Quota 102 prevede la possibilità del pensionamento anticipato con almeno 64 anni d’età e 38 di contributi.
  • Opzione donna permette di andare in pensione alle lavoratrici con 58 anni d’età (59 le autonome) e 35 anni di contributi raggiunti nel 2021
  • Ape sociale permette di uscire a 63 anni d’età e, a seconda dei casi, 30 o 36 anni di versamenti.

Il nuovo Governo dovrà capire in fretta cosa fare su questo tema per scongiurare la Legge Fornero che impoverirebbe ancora di più i nuovi pensionati in quanto il loro assegno sarebbe calcolato con metodo contributivo e non retributivo. Una scelta pesante considerando che l’inflazione viaggia ormai verso l’8%.

Cosa succede alla rivalutazione delle pensioni?

L’ultimo Governo Draghi, nel Decreto Aiuti, aveva dato il via libero ad un anticipo sulle rivalutazioni pensioni pari al 2%. Una mossa per aiutare tutti i pensionati a contrastare il caro vita che in questi mesi sta mettendo in ginocchio famiglie ed imprese. Dal 1 gennaio 2023 scatta un altro problema. Le pensioni dovranno essere adeguate agli indici ISTAT che misurano il caro prezzi.

Ad oggi, lo Stato dovrebbe quindi indicizzare i nuovi assegni pensione pari all’8%. Una somma mostruosa che porterebbe dei cedolini pensioni molto ricchi. Forse i più alti degli ultimi anni. Anche questo adeguamento automatico rischia di saltare.

I conti dello Stato sono sempre più in rosso. Una rivalutazione di questa portata sarebbe pericolosa in termini di sostenibilità economica. In questo momento dunque per il nuovo Governo ci sono sul tavolo già due questioni importanti da risolvere a stretto giro per evitare perdite economiche sanguinose. La politica dei prepensionamenti, ha fatto notare anche l’INPS, deve essere calmierata per non aumentare l’indebitamento.

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