Stipendi bassi, con quanti soldi dovremo vivere quando andremo in pensione

È importante rimanere sempre aggiornati riguardo le riforme della pensione, soprattutto se si hanno degli stipendi bassi: ecco perchè.

Anche se ci si è appena affacciati al mondo del lavoro, è importante tenersi aggiornati riguardo le riforme pensionistiche, in modo da pianificare al meglio il proprio futuro. Soprattutto chi è precario o lavora saltuariamente, infatti, dovrebbe conoscere due importanti requisiti che potrebbero addirittura impedirgli di ritirarsi dal lavoro.

INPS pensione futura
INPS, ecco chi sono i pensionati che dovranno dare indietro i soldi – missionerisparmio.it

Per ottenere la pensione di vecchiaia sono richiesti almeno 67 anni di età e 20 anni di contribuzione. Quest’ultimi possono essere obbligatori, ovvero versati dal datore di lavoro, ma anche figurativi, cioè i versamenti fatti durante il servizio militare, la maternità, la malattia. Vengono considerati anche i contributi da riscatto, come quelli della laurea.

Pensione, quanti soldi prenderà chi guadagna 1000 euro

Il lavoratore che si vuole ritirare in pensione deve verificare di aver maturato contributi che assicurino un assegno pensionistico che sia almeno 1,5 volte l’assegno sociale, detto anche pensione minima. Per l’anno 2023 questo importo è stato fissato a 503,27 euro per 13 mensilità, che corrispondono a 6.542,51 euro su base annua.

Per potersi ritirare in pensione nel corso di quest’anno, dunque, i contributi versati dovrebbero garantire una pensione di almeno 9.813 euro annui. Il netto mensile che si andrebbe a percepire in questo caso sarebbe di 737,11 euro circa su 13 mensilità. Un importo molto ridotto, soprattutto in un contesto di alta inflazione.

Perchè tanti lavoratori potrebbero non andare in pensione

Come riferisce Repubblica.it, in Italia negli ultimi 30 anni i salari sono scesi addirittura del 2,9%. Questo mentre in altri paesi, come la Germania, si registrava un +30% circa. Non è dunque scontato che i lavoratori italiani riescano ad arrivare ad un montante che gli garantisca di avere 1,5 volte l’assegno sociale e di potersi ritirare in pensione.

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INPS, “Statistiche in breve 2023”: ecco i dati sui pensionati – missionerisparmio.it

Il portale Investire Oggi riporta l’esempio di un lavoratore che percepisce uno stipendio di 1.000 euro mensili per 20 anni. La sua pensione sarebbe di poco inferiore a 450 euro mensili, ovvero 5.800 euro annui. Nonostante si possa dunque rispettare il requisito di età e dei contributi versati, la sua pensione sarebbe troppo bassa per ritirarsi dal lavoro.

I due strumenti messi a disposizione dall’INPS per il calcolo della pensione

L’INPS mette a disposizione due utilissimi strumenti per cercare di capire cosa potrà succedere alla propria pensione e pianificare al meglio il proprio futuro. Il primo si chiama “Pensami”, e può essere consultato dal sito web www.inps.it senza fare accesso all’area riservata. In base alle informazioni inserite, si saprà quando si potrà andare in pensione.

Bisogna tenere presente che “Pensami” è in costante aggiornamento, e quindi converrà ripetere saltuariamente il test per verificare quali opzioni si potrebbero utilizzare in base alla normativa vigente. Lo strumento “La mia pensione futura”, invece, prova a simulare l’importo che si percepirà come assegno pensionistico.

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