Nuovi tagli alle pensioni, chi pagherà il prezzo

Chi pagherà il prezzo dei nuovi tagli alle pensioni? Ecco cosa hanno rivelato i dati ISTAT e quali sono le prospettive per il prossimo anno.

A gennaio e febbraio 2023 gli annunci di ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, sono stati interpretati da molti come il segnale che l’inflazione avesse raggiunto il suo picco. I consistenti cali nel costo delle bollette, infatti, avevano fatto sperare che il peggio fosse ormai alle nostre spalle, e che i prezzi sarebbero scesi

Chi pagherà il prezzo dei nuovi tagli alle pensioni?
Nuovi tagli alle pensioni, chi pagherà il prezzo?- missionerisparmio.it

In realtà, lo scenario che si stava delineando nel primo trimestre 2023 era quello di un’inflazione più contenuta. In altre parole, i prezzi continuavano ad aumentare, ma più lentamente rispetto alla fine del 2022, dove l’inflazione era a doppia cifra e l’aumento dei prezzi energetici, secondo quando riporta ISTAT, era arrivato al +70% rispetto al 2022.

Nuovi tagli alle pensioni, chi pagherà il prezzo

I nuovi dati ISTAT rilevano un’inflazione su base mensile che ad aprile 2023 è tornata di nuovo a crescere del +0,4%, +8,2% su basse annuale. Come già successo lo scorso anno, l’accelerazione dei prezzi è dovuta soprattutto all’aumento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che hanno registrato anche un +26,6%.

Bisogna specificare che il costo dell’energia è ciclico. Nel momento in cui i Paesi tornano a riempire gli stoccaggi dopo la fine dell’inverno, si assiste ogni anno ad un aumento dei prezzi fino alla fine dell’estate. Si rende dunque necessario aspettare qualche mese per capire se si tratta di una ripresa dell’inflazione o di un’oscillazione dei prezzi di mercato.

Perequazione pensioni, cosa deciderà il governo Meloni?

A pagare l’alta inflazione sono soprattutto coloro che lavorano come dipendenti ed anche i pensionati. In mancanza di un intervento governativo per l’adeguamento delle retribuzioni e delle pensioni all’aumento dei prezzi, infatti, si verifica infatti una lenta e costante perdita del potere d’acquisto, più accentuata sulle fasce deboli della popolazione.

Chi pagherà il prezzo dei nuovi tagli alle pensioni?
ISTAT, serie storiche prezzi al consumo aggiornate ad aprile 2023 – missionerisparmio.it

Nel 2022 il governo Meloni ha destinato ben 22 miliardi per la perequazione di oltre 16 milioni di pensioni. Allo stesso tempo, però, si è deciso di bloccare l’adeguamento a coloro che avevano gli assegni più ricchi. A tal proposito, bisogna tenere presente che la Cassazione, con la sentenza n. 70 del 2015, dichiarò incostituzionale il blocco della rivalutazione delle pensioni più ricche del governo Monti, disponendo quindi i rimborsi.

Nel 2024 potrebbero rimanere solo due opzioni per andare in pensione

Da più parti viene dato quasi per scontato il ritorno per il 2024 alla Legge Fornero. Non ci sarebbero infatti i fondi per confermare Quota 103. Allo stesso tempo, anche Opzione Donna potrebbe non essere più rinnovata e potrebbe essere inglobata dall’Ape sociale. Se così fosse, rimarrebbero solamente due opzioni per il pensionamento.

Oltre alla pensione di vecchiaia a 67 anni, rimarrebbe dunque anche la possibilità di richiedere la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, che scendono a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Saranno dunque i lavoratori a pagare il prezzo più pesante di eventuali nuovi tagli alle pensioni.

Impostazioni privacy