Comprare il Green Pass su Telegram, ecco cosa si rischia

Telegram è il canale preferito per le truffe sul Green pass. Attenzione, però, ad acquistare certificati falsi!

Sconfiggere la pandemia da Coronavirus richiede la collaborazione e l’impegno di tutti i cittadini. Le misure restrittive, a cui ci siamo tristemente abituati in questo anno di pandemia, hanno richiesto il duro impegno di tutti i cittadini. Anche le vaccinazioni, in questo senso, possono essere lette sotto la forma di un impegno morale, di un dovere etico, di un’azione di salvaguardia e di tutela dell’umanità. Eppure, la notizia dell’obbligatorietà del Green Pass ha dato via libera alle truffe nel web.

Leggi anche: Bonus sicurezza, ecco come ottenere le detrazione per proteggere la casa

Da quando il governo ha annunciato l’obbligo del Green Pass per accedere ad alcune tipologie di servizi, infatti, hanno iniziato a diffondersi sul web le prime truffe, attraverso il canale Telegram. Come funziona? Si offre un certificato di avvenuta vaccinazione dietro compenso, senza aver davvero ricevuto il vaccino contro il coronavirus. Quel documento falsificato non viene mai fornito, ma i soldi vengono ricevuti, dopo essere stati richiesti attraverso sistemi che non consentono di rintracciare i destinatari del pagamento. Una volta ricevuto il denaro, i gestori dei gruppi interrompono qualsiasi tipo di comunicazione e non inviano quanto promesso.

Leggi anche: Etichetta alimentare, come leggerla per capire se un cibo fa bene

Cosa si rischia?

Le conseguenze per chi mostra un certificato falso sono molteplici, a partire dall’accusa di Falso a seguito della denuncia da parte delle Autorità predisposte al controllo. Oltre alla multa stabilita dal decreto Draghi, si rischia di subire un processo penale, in seguito alle disposizioni su false dichiarazioni rese nelle autocertificazioni rilasciate alle autorità di Pubblica sicurezza. Tra i reati che potrebbero essere contestati a chi mostra un certificato falso troviamo la falsità materiale commessa da un privato, secondo l’ articolo 482 del Codice penale; la falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, secondo l’articolo 495 del Codice penale. Si rischia la reclusione da 1 a 5 anni e la multa da 309 a 1.549 euro.

Impostazioni privacy