Sfratti per gli inquilini morosi, cosa succede dal 1 gennaio 2022

La Corte Costituzionale ha deciso che la proroga degli sfratti, provvedimento inserito nel decreto Sostegni, è un provvedimento legittimo.

Il blocco degli sfratti è una misura che il Governo Conte ha adottato nel pieno della pandemia di coronavirus, cercando di andare incontro alle esigenze degli affittuari di immobili a uso abitativo o commerciale su cui pendeva un provvedimento esecutivo di sfratto per morosità. Il blocco è in vigore fino al 31 dicembre 2021 quando dovrebbe scadere lo Stato di Emergenza in Italia. Sulla questione è tornata di recente la Corte Costituzionale, che è stata chiamata a deliberare su due interrogazioni presentate dai tribunali di Trieste e Savona.

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Questi hanno sollevato una questione di legittimità costituzionale delle norme che hanno prorogato al 31 dicembre la sospensione per alcuni provvedimenti di rilascio di immobili mettendo in discussione i i decreti legge del 2020 che prevedevano il blocco degli sfratti e il decreto sostegni del 2021. Ebbene, all’opposizione di Trieste e Savona contro questa misura, la suprema corte ha risposto confermando la decisione del governo inserita nel dl, il cui obiettivo è di attenuare gli effetti della crisi economica per la fascia più debole della popolazione. In una udienza pubblica, la Corte ha rigettato le istanze dei tribunali, sottolineando il fatto che il legislatore ha progressivamente ridotto l’arco cronologico di validità di tale sospensione con l’attenuarsi dell’allarme pandemico e che comunque il limite ultimo della sua applicazione in calendario resta il prossimo 31 dicembre.

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Le richieste degli inquilini

Gli inquilini chiedono infatti che si segua la linea della sospensione o della graduazione dell’esecuzione degli sfratti in città anche dopo il 31 dicembre 2021. A farsi portavoce delle istanze è l’Unione Inquilini che ha già inviato una lettera aperta ai prefetti di tutta Italia, sottolineando che “la sentenza della Corte non è importante solo perché ha riaffermato la legittimità degli interventi fatti dal governo nel recente passato, quanto perché indica una strada da seguire nelle città. Sospendere e/o graduare l’esecuzione degli sfratti nelle città al fine di individuare i percorsi idonei a garantire il passaggio da casa a casa è una misura necessaria per impedire una ancora più grave rottura della coesione sociale e per tutelare la salute pubblica. Le Prefetture possono ed essere gli snodi operativi, con il coinvolgimento delle parti sociali e di tutti i soggetti pubblici, al fine di individuare percorsi idonei a garantire il passaggio da casa a casa per i soggetti che avrebbero diritto a una casa popolare e per le condizioni di fragilità sanitarie e sociali”.

Le richieste dei proprietari

I proprietari si fanno sentire attraverso Confedilizia. Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, interpellato da Today, ha chiarito una serie di punti focali della situazione: “Il blocco e le successive proroghe hanno finito per creare un’assurda contrapposizione, che non dovrebbe esserci, tra proprietari e inquilini. Lo Stato si è sottratto a compiti e doveri, scaricando sui privati un problema che dovrebbe essere di sua competenza. La premessa è che per noi il blocco sfratti è un’assurdità, e una misura illegittima anche dal punto di vista costituzionale, checché ne dica la Corte Costituzionale, anche quando si applica al proprietario che ha chissà quali fonti di reddito”.

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