Reddito, i controlli ancora non funzionano: in migliaia senza averne diritto

I controlli sui beneficiari del reddito di cittadinanza usati fino a ora non hanno funzionato. Ancora troppi “furbetti” che lo ottengono senza averne diritto.

 

Accanto alla riforma del fisco, il reddito di cittadinanza è una delle questioni più divisive a Palazzo Chigi, tra chi lo considera un fallimento al pari di Quota 100 e vorrebbe che fosse chiuso, e chi lo difende a spada tratta come uno degli strumenti principali di sostegno per le famiglie più povere del nostro paese. Durante le discussioni del Consiglio dei Ministri sulla nuova Legge di Bilancio sono stati proposti alcuni cambiamenti significativi per quanto riguarda il reddito di cittadinanza. Le ipotesi al momento sul tavolo sono diverse, in attesa che il Documento programmatico di Bilancio sarà inviato a Bruxelles. Si pensa, prima di tutto, ad una separazione del sussidio anti-povertà dall’incentivo al ricollocamento dei lavoratori, riprendendo il vecchio reddito di inclusione del governo Gentiloni. I due terzi dell’Rdc è destinato proprio alle fasce più indigenti della società, mentre il terzo restante che è dedicato alle politiche attive.

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Si pensa a rafforzare i centri per l’impiego oltre che a una riforma degli ammortizzatori sociali, ancora bloccata tra ministero del Lavoro e ministero dell’Economia. L’assegno di disoccupazione universale potrebbe diventare infine un’alternativa al reddito per instradare i disoccupati verso una formazione che consenta loro di reinserirsi nel mondo del lavoro, così da escludere dalla platea del reddito coloro che hanno perso l’occupazione e sono sussidiati. Si pensa anche a rafforzare un sistema dei controlli per evitare i “furbetti del reddito”.

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Secondo i dati Anpal, il 63% dei beneficiari del reddito di cittadinanza non ha avuto alcuna esperienza di lavoro dipendente o para subordinato nei due anni precedenti al 30 settembre 2021. È pari al 37% la percentuale di beneficiari che invece ha già vissuto esperienze lavorative. I beneficiari di reddito di cittadinanza tenuti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro sono stati pari a 1.109.287, in lieve riduzione rispetto al trimestre precedente. La quota di utenti inseriti all’interno delle politiche attive per il lavoro e presi in carico da parte dei servizi per l’impiego, però, è stata pari al 37,9%, poco più di tre punti percentuali rispetto a quanto rilevato a giugno 2021.

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