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Pensioni 2022, a quali persone l’INPS dirà di no

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Riccardo Magliano

Nel 2022 ci sarà un drastico calo dei soggetti che andranno in pensione rispetto agli anni passati. Le nuove misure messe in campo permetteranno la pensione a un terzo dei lavoratori rispetto al 2020.

L’Osservatorio Previdenza della Fondazione di Vittorio e della CGIL nazionale hanno stimato che nel 2022 i soggetti che potranno accedere alla pensione saranno solo 1/3 rispetto al 2020. Già in contrasto con il Governo proprio sul nodo delle pensioni, la CGIL vuole dimostrare come le misure adottate dal Governo Draghi in ambito previdenziale non siano così efficaci come proposte. Parliamo di Quota 102, della proroga dell’Ape Sociale con l’aumento della lista dei lavori gravosi, e gli interventi sui disoccupati. Stando a quanto emerso, solo 32.151 persone saranno coinvolte da queste misure nel 2022 contro le 144.918 domande accolte nel 2020.

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La misura di pensionamento anticipato Quota 102 è stata approvata giorni fa e sarà attiva a partire da gennaio 2022. La discussione su come e se applicare una nuova misura di pensionamento anticipato sulla falsa riga di Quota 100 ha portato a molte discussioni tra le forze politiche e maggioranza e di opposizione, come tra i sindacati. La decisione del Governo è infine stata presa, ma ci sono ancora molte cose da sistemare. Oltre alle misure di pensionamento anticipato si pensa anche di potenziare altri strumenti di pensionamento, in particolare saltano fuori i nomi di Opzione Donna e, soprattutto, dell’Ape Sociale.

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Per quanto riguarda la prima, è stata riconfermata per i prossimi dodici mesi. Dunque, le lavoratrici con almeno 60 anni di età, o 61 nel caso di lavoro autonomo, potranno andare in pensione con un assegno interamente contributivo. Anche l’Ape sociale è stato prolungato, tra l’altro con un ampliamento delle categorie di lavoratori che vi possono accedere. La lista dei cosiddetti lavori gravosi è passata infatti da 15 a 23, allargando così la platea dei beneficiari. Sarà necessari, per rientrarvi, aver svolto mansioni gravose per 6 degli ultimi 7 anni o 7 degli ultimi 10 anni. In questo caso, il trattamento pensionistico anticipato potrà essere richiesto con 63 anni di età anagrafica e 36 di contributi. L’importo massimo è di 1500 euro, che saranno erogati fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

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