In pensione a 55 anni: perchè è ancora possibile andarci

Con la legge Fornero la pensione si raggiunge ormai ai 67 anni di età. C’è ancora qualche possibilità per uscire prima dal mondo del lavoro. Ecco quali sono

Quota 102 è ormai la soluzione definitiva per l’uscita dal lavoro dopo Quota 100. Consiste nell’uscita dal lavoro a 64 anni di età con 38 anni di contributi versati, almeno per il 2022. Il testo è contenuto nella legge di Bilancio 2022 approvata dal Consiglio dei ministri e determina i requisiti di età anagrafica e di anzianità contributiva in 64 anni di età anagrafica e 38 anni di anzianità contributiva per i soggetti che maturano i requisiti nell’anno 2022. Quota 102 durerà almeno 12 mesi, con la possibilità di richiedere l’assegno anche successivamente, ma non sarà vincolante per i lavoratori delle piccole e medie imprese in crisi che potranno utilizzare pensionamenti anticipati con 62 anni d’età grazie a un apposito Fondo con una dote di 200 milioni l’anno per il prossimo triennio. In questo modo si mira a favorire l’uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni.

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Insomma, è chiaro che con la legge Fornero la pensione si raggiunge ormai ai 67 anni di età. Eppure, c’è ancora qualche possibilità per uscire prima dal mondo del lavoro e a riassumere le varie opzioni sul tavolo ci ha pensato Legge per tutti. Vediamo quali sono.

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Le opzioni

Un modo per uscire dal lavoro in modo diverso è quello della pensione anticipata. Tale pensione si può ottenere a che si può ottenere a 55 anni con 41 di contributi. Le leggi in vigore permettono ai lavoratori cui viene diagnosticata una malattia insorta a causa del stipo di lavoro svolto o dall’ambiente di lavoro di usufruire del prepensionamento, in base al grado d’inabilità riconosciuto con relativa indennità erogata dall’Inail. Un lavoratore con un minimo di 41 anni di contributi può accedere alla pensione anticipata per “precoci”, ovvero i contribuenti con almeno 12 mesi di contribuzione da effettivo lavoro accreditata prima del 19esimo anno di età e 41 di contributi, purché rientrino in determinate categorie.

Prepensionamento

Il prepensionamento è una forma di accompagnamento alla pensione che si applica solo in alcuni casi specifici, ricorrendo a forme come isopensione o contratto di espansione per permettere il ricambio generazionale, sostituendo persone più anziane con quelle più giovani. Il prepensionamento permette di anticipare il momento dell’uscita dal lavoro in particolari situazioni. Uno di questi è il turn over in azienda: i lavoratori che abbiano raggiunto determinati requisiti possono uscire dal lavoro senza attendere il raggiungimento dei requisiti necessari per la pensione di vecchiaia se contestualmente l’azienda assume nuovi giovani lavoratori.

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Si ricorre in questo caso all’isopensione, anche detto assegno di esodo, uno strumento introdotto con la legge Fornero che permette al lavoratore di andare in pensione con 7 anni di anticipo con l’aiuto dell’azienda per cui lavora. Possono ricorrerci le aziende che hanno più di 15 dipendenti, che hanno avviato un piano di ristrutturazione e che hanno stretto un accordo con i sindacati depositato poi all’INPS. Un altro caso possibile è il prepensionamento per malattia.

Nello specifico ci si riferisce ad addetti ai lavori usuranti, notturni o gravosi, invalidi civili al 74%, caregiver che assistono da almeno 6 mesi un familiare convivente portatore di grave handicap risultante entro il primo grado o in alcuni casi entro il secondo grado di parentela. Esistono alcuni tipi di prestazioni previdenziali erogate dall’Inps che prescindono dal raggiungimento di un’età minima come l’assegno ordinario di invalidità che richiede un minimo di 5 anni di contribuzione ed un’invalidità minima superiore ai 2/3 previsti per legge

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