Cibi venduti al supermercato, attenzione al bollino verde: c’è un problema

Guerra aperta in Unione Europea per l’etichettatura dei cibi: la Francia vuole introdurre il nutri-score, ma l’Italia non ci sta: ecco il perché. 

Il sistema attualmente in vigore, quello che vedete applicato su tutti gli alimenti venduti in pacchetti, dovrà cambiare ed evolvere verso uno nuovo che informi puntualmente il consumatore su cosa sta mangiando. Questo è però un punto critico di aspra polemica dentro l’Unione, perché quello proposto dai transalpini rischia di mettere in difficoltà diversi alimenti italiani.

Il motivo è presto detto: il cosiddetto Nutri-Score è un sistema a “semaforo” con valutazione di impatto dettata anche da una scala alfabetica, che però è meno (volutamente) visibile e che varia da A a E.

I colori del semaforo indicano quanto il prodotto sia dietetico è già qui c’è la prima grande criticità. quelli troppo grassi o troppo dolci ricevono il rosso, quelli con poche calorie o pochi zuccheri il verde. Il paradosso è incredibile: una Diet Coke, con questa applicazione, riceverebbe un semaforo verde, mentre l’olio extravergine di oliva uno rosso. Lo stesso accadrebbe al parmigiano reggiano. Ma perché questa penalizzazione così clamorosa a livello visivo? Perché questi due alimenti d’eccellenza italiani hanno ovviamente un contenuto in grassi alto che viene considerato negativo.

Etichettatura degli alimenti: in Europa è guerra tra Nutri-Sccore francese e Nuntrinform italiano

Etichetta alimentare (foto Adobestock)
Etichetta alimentare (foto Adobestock)

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Tutto nasce dal limite del Nutri-score: innanzitutto non riconosce la “qualità” dell’alimento (per inciso l’olio EVO ha grassi sani, per esempio), e poi calcola la quantità di 100 grammi, su cui effettuare la valutazione. Va da sè che, sempre continuando sull’esempio precedente, sia di parmigiano che di olio non se ne consumano quantità elevate per condire gli altri alimenti. Ma questo sistema a semaforo penalizza anche altri prodotti DOP e IGP italiani e non, tanto da far sollevare la protesta anche di altri produttori primari europei.

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Questa riforma del Nutri-score è spinta dall’industria di trasformazione alimentare, così da facilitare la vendita di prodotti ultralavorati e per questo di dubbia qualità per la salute umana. A tutto questo l’Italia ha risposto duramente, proponendo invece un’alternativa decisamente migliore, il Nutrinform Battery. In questo caso si punta ad una piena informazione del consumatore, indicando in etichetta tutto quello che è necessario sapere sull’alimento che sta per comprare, compresa la presenza di sostanze non naturali. Quale prevarrà? Si prospetta una dura battaglia in Europa, ma il fronte del Nutri-score inizia a perdere pezzi, anche all’interno della stessa Francia.

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