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Conti Correnti, quali bonifici la tua banca segnala al Fisco

Published by
Gianluca Merla

Ecco quando scatta la segnalazione all’Agenzia delle Entrate e quali bonifici la tua banca segnala al Fisco.

Se possiedi un conto corrente e, per lavoro o semplicemente per abitudine, utilizzi abbastanza spesso lo strumento dei bonifici, questo articolo potrebbe interessarti. Sapevi, infatti, che esiste un importo inviato tramite bonifico che potrebbe far scattare una segnalazione all’Agenzia delle Entrate?

Nel caso di un bonifico bancario superiore ad una soglia minima, secondo le leggi 2021-2022, potrebbe esserci l’azione della tua banca. In questo articolo, dunque, ti mostriamo quali bonifici la tua banca segnala al Fisco.

Ecco quali bonifici la tua banca segnala al Fisco

Il bonifico bancario è un utile strumento, sicuro e veloce, che permette il trasferimento di medie o grandi dimensioni di denaro da un possessore ad un ricevente. Si tratta di uno degli strumenti di pagamenti più usati in assoluto, ma ci sono delle regole che è importante conoscere.

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Esiste infatti la possibilità che la tua banca possa avvisare l’Agenzia delle Entrate in caso di operazioni sospette. Ecco quali bonifici la tua banca segnala al Fisco e quali sono i limiti da rispettare.

La segnalazione al Fisco da parte della banca parte quando l’importo minimo del bonifico è di 5.000€. In questo caso, è necessaria la segnalazione da parte della banca (o delle poste) presso la Uif, l’Unità di informazione finanziaria per l’Italia. Questo per monitorare e sgominare operazioni sospette, come i pagamenti in nero.

Le segnalazioni avvengono in modo aggregato sul portale Infostat-Uif della Banca d’Italia. Queste hanno periodicità mensile, con l’obbligo di essere trasmesse entro il secondo giorno del terzo mese successivo a quello a cui si fa riferimento.

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Tuttavia, vi è la possibilità che ci possano essere errori nelle segnalazioni trasmesse negli ultimi 5 anni. In questi casi, è necessario che l’intermediario invii dei dati sostitutivi. Se si tratta di errori antecedenti, che non vanno oltre 10 anni, è obbligatorio comunicare la tipologia di errore.

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