Scadenze fiscali, ora puoi rimandarle se ti sei ammalato

Si allargano le maniche dello Stato per quanto riguarda le scadenze fiscali per i professionisti. Grazie a un nuovo emendamento alla Legge di Bilanio 2022 si potranno congelare le scadenze in caso di malattia.

Di un metodo per congelare le scadenze della fiscali dei professionisti in caso di malattia si parlava già dall’anno scorso, ma il denominato DDL Malattia non ha mai passato l’iter legislativo che lo avrebbe trasformato in una legge vera e propria. Per cause spesso estere all’approvazione stessa del DDL, ad esempio la crisi del Governo Conte o problemi di copertura finanziaria, il DDL Malattia non ha mai passato il vaglio delle commissioni di Camera e Senato, e quindi non è stato tramutato in una legge. Almeno non fino allo scorso 21 dicembre. Il 21 dicembre, infatti, è stato proprosto e approvato un ementamento alla Legge di Bilancio 2022 che introduce proprio quello che richiedeva il DDL Malattia: la sospensione degli adempimenti fiscali in caso di malattia o infortunio di un professionista.

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Non c’è da stupirsi del fatto che una misura simile fosse stata richiesta a gran voce l’anno scorso, in piena crisi sanitaria. Nonostante gli intoppi, la misura sarà finalmente operativa e consentirà ai professionisti di avere delle scadenze fiscali differenziate se non saranno in grado di adempiere ai pagamenti dovuti per cause di infortunio o malattia. Con la firma di Andrea de Bertoldi, l’ementamento è stato approvato per la Commissione del Senato e prevede, nello specifico, la sospensione della decorrenza dei termini relativi a adempimenti tributari a carico del professionista in caso di malattia o infortunio.

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Perciò, come spiegato dallo stesso de Bertoldi all’approvazione dell’emendamento, in provvedimento prevede che in caso di ricovero del professionista in ospedale per malattia o infortunio, oppure in caso di cure domiciliari, nessuna responsabilità è imputata al libero professionista, o al suo cliente, a causa della scadenza del termine tributario. Le scadenze sono congelate a decorrere dal giorno del ricovero in ospedale, o dal giorno dell’inizio delle cure domiciliari fino a 30 giorni dopo la dimissione dalla struttra sanitaria o la conclusione delle cure.

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