Carta Bianca al Fisco contro di noi: ora potrà davvero tutto

Il Garante della privacy ha dato carta bianca al Fisco per ottenere informazioni sui contribuenti e aumentare i controlli. Ecco di cosa si tratta

fisco.dati_missionerisparmio_02.02.2022

L’importanza dei dati è ormai riconosciuta da tutti ed esistono aziende che riescono a fatturare milioni di euro grazie al loro possesso. Una risorsa preziosa che sta facendo gola anche alla Pubblica Amministrazione, la quale, nella giornata di lunedì 31 gennaio, ha compiuto un passo importante.

Il Garante della privacy, infatti, ha dato carta bianca al Fisco per ottenere informazioni sui contribuenti grazie all’utilizzo di dati. Questi, infatti, aiuteranno ad ottimizzare i controlli fiscali ed evitare frodi e truffe. Ma sorgono questioni legate alla privacy. Ecco cosa sta succedendo.

Carta bianca al Fisco. Il Garante della privacy dà il via libera

Da oggi l’Agenzia delle Entrate avrà a disposizione uno strumento in più per effettuare i propri controlli fiscali sui contribuenti italiani. Il Garante della privacy ha infatti dato carta al Fisco per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale attraverso l’uso dei dati dei cittadini.

L’obiettivo è quello di individuare potenziali evasori attraverso l’utilizzo di dati, sempre più importanti per il controllo e la prevenzione. Saranno quindi utilizzati algoritmi realizzati appositamente per l’individuazione di frodi fiscali ed evasioni.

A questo proposito, il Garante della privacy ha concesso il via libera e ora il Fisco potrà utilizzare i dati dei contribuenti per effettuare i propri controlli. Saranno quindi previste delle limitazioni alla privacy di alcuni cittadini, con lo scopo di prevenire frodi fiscali.

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In molti, in queste ore, stanno sollevando dubbi sull’eticità di questa scelta. Una limitazione della privacy, infatti, potrebbe intaccare con i diritti e le libertà garantite ai contribuenti. Il trattamento dei dati e la trasparenza restano infatti degli elementi di importanza fondamentale per garantire i diritti dei cittadini.

Il Garante della privacy si è espresso sull’importanza del meccanismo realizzato per condurre questi controlli. Un processo pensato per proteggere l’identità dei cittadini attraverso un sistema di “pseudonomizzazione”.

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L’obiettivo, secondo il Garante, deve essere quello di proteggere l’identità delle persone, evitando i rischi di re-identificazione. Nascondere semplicemente il nome, infatti, potrebbe non bastare ed è fondamentale proteggere anche dati fiscali sensibili.

Al centro di questa iniziativa ci sono gli obiettivi previsti dal Recovery Plan. La scelta di un maggior utilizzo di dati, infatti, pone le basi per raggiungere il target di riduzione dell’evasione fiscale nel nostro Paese. Problema ben consolidato e diffuso nel nostro Paese.

Verranno quindi utilizzate informazioni presenti negli archivi dei rapporti finanziari e nei database in possesso dell’Agenzia delle Entrate. Questo permetterà dunque di individuare quei contribuenti “sospetti” ed effettuare i relativi controlli.

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