Conti correnti e carte di credito, a marzo arrivano i controlli

Altre improtante novità sul versante della lotta all’evasione fiscale. L’Agenzia delle Entrate potrà controllare tutti i pagamenti effettuati con bancomat o carta di credito. Si discute sui termini della privacy.

Dopo molto discutere tra le istituzioni, il Garante della Privacy ha dato l’ok per i controlli dell’Agenzia delle Entrate sui conti correnti e le carte di credito degli italiani. In favore della lotta dello Stato all’evasione fiscale, uno dei problemi principali del nostro paese, viene sacrificata parte della privacy delle persone. A partire da fine marzo l’Agenzia delle Entrate potrà monitorare tramite algoritmi informatici ogni transazione di denaro sui conti correnti e sulle carte di credito degli italiani, in modo da verificare chi stia evadendo le tasse.

I controlli verranno effettuati incrociando i dati dichiarati dai contribuenti nelle dichiarazioni dei redditi con i dati presi dall’algoritmo di controllo dell’Agenzia delle Entrate e conservate nel dataset. I dataset in realtà sono 2, due grandi contenitori di informazioni sui contribuenti a cui l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza potranno consultare per incrociare i dati ricevuti dai contribuenti con i dati intercettati dall’algoritmo, in modo da controllare la veridicità delle dichiarazioni dei contribuenti sul piano fiscale. I dataset, come detto, sono 2. Il primo dataset è definito “di analisi”, ovvero una lista di tutti i dati dei contribuenti divisa per categoria. Questa lista può essere utilizzata per analizzate una determinata categoria di contribuenti e verificare se ci sono rischi di evasione. Il secondo dataset è definito “di controllo” e contiene i profili di tutti quei contribuenti che, secondo i dati pregressi del Fisco, sono ritenuti più a rischio di evasione fiscale. Su questi profili sarà prestata particolare attenzione e sarà esercitato un maggiore controllo.

Per garantire la privacy dei contribuenti, i dataset avranno un sistema automatico di pseudonimizzazione dei profili. Questo significa che nessuno dei profili archiviati nei dataset sarà riconducibile all’identità del contribuente a cui quel profilo appartiene. Per arrivare all’identità della persone a cui corrisponde un determinato profilo occorrono informazioni aggiuntive che vengono conservate in database diversi dai due dataset. Questa misura di garanzia delle privacy è stata più volte menzionata nel regolamento generale della protezione dei dati.

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