Aumento di stipendio ed avanzamenti di carriera, l’INPS potrebbe penalizzarti

INPS, riforma pensioni: proposte Tridico e Raitano. Il Ministero del Lavoro ci mette lo zampino e la situazione non è affatto rosea.

Aumento dello stipendio ed avanzamenti di carriera. Ecco le riforme pensioni di Tridico e Raitano
Aumento dello stipendio ed avanzamenti di carriera, ma c’è da preoccuparsi. Ecco le riforme pensioni di Tridico e Raitano_20220209_missionerisparmio.it

Riforma pensioni. Chi si appresta ad andare in pensione e tutti coloro che hanno riscontrato un aumento del proprio stipendio o sono contenti di aver ottenuto un avanzamento di carriera stiano bene attenti. La riforma pensioni potrebbe penalizzarvi. Spiccano due ipotesi. La proposta del presidente dell’INPS Tridico e quella dell’economista Raitano.

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La proposta di Raitano, ad esempio, piace più al governo che hai sindacati e risulta simile ad un progetto pensioni rispetto la flessibilità in uscita, che aveva presentato l’INPS tempo fa. Tridico, invece, propone di suddividere la pensione in due tranches per concederla. Vediamo più nel dettaglio cosa prevedono le proposte dei due economisti ed in cosa si differenziano.

Aumento di stipendio ed avanzamenti di carriera: le due ipotesi di riforma pensioni e le perplessità dei sindacati

Aumento dello stipendio ed avanzamenti di carriera. Ecco le riforme pensioni di Tridico e Raitano
Il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico_20220209_missionerisparmio.it

Riforma Tridico: vuole dividerla in due tranches. Una parte a compimento dei 64 anni d’età, liquidando la parte della pensione relativa ad i contribuenti maturati nel sistema contributivo. Una seconda parte a compimento dei 67 anni di età riferita, invece, ad i contributi versati nel sistema retributivo.

Riforma Raitano: vuole fare un taglio dell’assegno del 3% in relazione, soltanto, ad i contributi versati nel sistema retributivo (prima del 1996), in modo da salvaguardare i contributi accumulati da quella data in poi.

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Per i sindacati entrambe le proposte non reggono perchè verrebbero penalizzati i lavoratori con un’esperienza lavorativa maggiore di altri, quindi, coloro che hanno versato più contributi nella parte retributiva. Verrebbe penalizzato anche chi decide di uscire, dal mondo del lavoro, con la pensione anticipata se il lavoratore in questione ha avuto un avanzamento di carriera o un aumento dello stipendio. L’ipotesi dell’INPS, poi, non considera, a fronte del monte contributivo, i parametri corretti di calcolo. 

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