Legge 104, prima di darti e soldi l’INPS vuole sapere dove abiti

Per chi aiuta nella vita quotidiana persone soggette alla Legge 104, la stessa legge prevede delle agevolazioni. Tuttavia ci sono dei limiti imposti perché si possano ottenere.

I soggetti della Legge 104 sanno che anche i loro accompagnatori usufruiscono di alcune agevolazioni parallele della legge. Questo perché lo Stato riconosce gli sforzi e i sacrifici che una persona deve fare per stare al fianco di una persona con disabilità che la rendono non completamente autosufficiente e cerca di aiutarla. Questo si traduce in una serie di agevolazioni per chi si prende cura di persone soggette alla Legge 104, come l’esenzione dal pagamento del Bollo Auto e la possiblità di congedi retribuiti da lavoro per prendersi cura della persona che ne ha bisogno. Tuttavia, l’INPS richiede che siano soddisfatti alcuni requisiti per essere riconosciuti come accompagnatori e assistenti di una persona soggetta alla Legge 104.

In particolare esiste un requisito di distanza dalla propria abituazione a quella della persona che si assite. La distanza massima delle due abitazioni è di 150 km. Se si assiste una persona soggetta alla Legge 104 che abita entro questa distanza dalla propria abitazione si ha diritto a tutte le agevolazioni che la 104 riconosce agli accompagnatori. Se si abita più lontano di 150 km, ma si assiste comunque una persona soggetta alla Legge 104, il lavoratore deve attestare con un titolo di viaggio o altra documentazione il raggiungimento dell’abitazione dell’assistito. Questo paletto vale in particolare per ottenere i permessi bonus retribuiti dal posto di lavoro. Questo sono pari a 3 mesi totali, anche frazionabili a ore, oppure permessi di 2 ore tutti i giorni. Se l’attività lavorativa è inferiore a 6 ore al giorno, il permesso si riduce a 1 ora.

Possono accedere ai benefici della Legge 104 il genitore del disabile, il coniuge del disabile, il convivente more uxorio, il coniuge unito civilmente, il parente o l’affine, lavoratore dipendente, entro il secondo grado. I parenti di terzo grado possono accedere ai benefici della Legge 104 solo se i genitori o il coniuge del disabile sono deceduti o mancanti, o quando superano l’età di 65 anni o sono affetti da una patologia invalidante.

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