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Economia

Draghi ha usato la guerra in Ucraina per vincere subito la sua guerra alle case: cosa accadrà con l’Imu

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Riccardo Magliano

La manovra che dovrebbe riformare la tassazione su base catastale sta molto a cuore a Mario Draghi. Un recente episodio mostra quanto il premier sia intenzionato a farla approvare.

La riforma del Catasto è una delle manovre che stanno più a cuore al premier Mario Draghi, che sembra essere pronto a ricorrere a qualsiasi sotterfugio pur di farla approvare in Parlamento. Tale riforma si concretizzerebbe in una conversione dei parametri di misurazione delle abitazioni in merito al calcolo delle tasse sulla casa. Draghi vorrebbe che l’attuale sistema di calcolo delle tasse per la casa, in particolare IMU e TARI, basato sul numero di vani di cui è composta una abitazione, venisse sostituito da un sistema di calcolo basato sulla grandezza dell’abitazione misurata in mq.

Si tratterebbe di un ricalcolo molto importante per il Catasto, con una serie di implicazioni, ma la più importante di queste, nonché quella che interessa maggiormente ai conribuenti, è l’aumento dell’importo di IMU e TARI, in particolar modo per chi abita in città. Per il Premier questa riforma è importante perché parte del più grande PNRR: il Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza che l’Italia deve portare a termine per poter accedere ai fondi europei nel 2026. La riforma non è però ben vista da una certa parte dei gruppi politici italiani, in particolare quelli meno vicini alle posizioni dell’UE come la Lega. Durante una riunione parlamentare in cui si discuteva proprio della riforma del Catasto, Mario Draghi, con una mossa che potrebbe essere interpretata come un colpo basso, ha dichiarato di essere pronto a dimettersi se il Parlamento non approverà la legge sulla riforma del Catasto al più presto.

La dichiarazione del premier non è stata ben recepita dalle parti politiche. Draghi ha impolicitamente detto di essere disposto a lasciare l’Italia senza una guida e in mano a delle elezioni anticipate in un periodo di forte preoccupazione, con la guerra in Ucraina ormai cominciata. Anche i più forti oppositori della riforma, ovvero il blocco di centrodestra formato da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, avranno una maggiore pressione addosso che influenzerà senza dubbio le loro decisioni. Al netto di questo, le preoccupazioni della destra continuano ad venire portate avanti: la riforma potrà esserci se si garantisce che non ci sarà un aumento delle tasse sulla casa.

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