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Prezzi, ci sono prodotti che rinuncerai ad acquistare

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Francesca Staropoli

Il Governo deve intervenire al fine di far trovare accordi sui prezzi per evitare di veder sparire un prodotto simbolo del Made in Italy.

Gli accordi sui prezzi sono più che mai necessari per non far sparire un prodotto del Made in Italy.

Coldiretti lancia l’allarme, chiedendo un intervento tempestivo del governo atto a trovare accordi sui prezzi. Se questo non succede, un prodotto tipico del Made in Italy rischia di scomparire, in Italia ma non solo. Il problema non si riconduce allo sciopero dei trasportatori , ma riguarda la produzione, l’approvvigionamento e i costi sempre più insostenibili per chi lavora nel settore agroalimentare. E i produttori stanno correndo ai ripari.

Accordi sui prezzi, quale prodotto riguarda

“Senza accordo sul prezzo del pomodoro per pochi centesimi al chilo rischia tutta la produzione di salsa e passate Made in Italy proprio in un momento in cui con la guerra in Ucraina e l’esplosione dei costi delle materie prime e dell’energia l’Italia ha bisogno di mettere in campo tutte le sue risorse per garantire le produzioni alimentarie e le forniture di cibo alle famiglie italiane”, riporta la nota pubblicata sul sito della Coldiretti.

“La mancanza di un accordo non permette infatti agli agricoltori di affrontare costi di produzione in ascesa vertiginosa, con il rischio di una riduzione delle superfici dedicate a uno dei prodotti più diffusi in cucina per condire dalla pasta alla carne, dalla pizza alle bevande” si legge ancora. La tendenza era evidente già a gennaio con l’impennata dell’inflazione, tendenza che si è consolidata a febbraio. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha contribuito a mantenere il costo dei prezzi molto elevato, così come è accaduto a molti altri beni.

La produzione di pomodoro e passate di pomodoro in Italia è diventata insostenibile perché, a causa dell’aumento dei prezzi, paradossalmente un’azienda del settore spende di più per l’imballaggio e la distribuzione che per il contenuto.

Già a gennaio, infatti, Coldiretti commentava così i dati Istat sull’inflazione: “Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette sui costi di produzione del cibo, ma anche su quelli di confezionamento. Dalla plastica per i vasetti all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi”.

Per quanto riguarda specificamente il pomodoro, invece, l’associazione commenta così i dati di questi ultimi giorni: “Con il rincaro dei costi energetici che si trasferisce sui costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi, si arriva al paradosso di pagare più la bottiglia del pomodoro in essa contenuto.

Ad esempio, in una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%) è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità”.

La probabile reazione dei mercati

Coldiretti spiega quindi gli scenari che si possono aprire: se non si trovano accordi sui prezzi con le industrie, il rischio è di veder aumentare massivamente le importazioni dal resto del mondo già, cresciute del 40% nell’ultimo anno, con l’invasione di pomodoro, fra salse e passate, da parte di Cina (+47%) e Stati Uniti (+59%) “con una vera e propria esplosione degli arrivi dalla Turchia, passati da 189mila chili a quasi 23 milioni di chili di derivati e trasformati” conclude Coldiretti.

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