“Tasse e multe non pagate 7 volte superiori a quelle che riusciamo a riscuotere”. Il Fisco vicino alla resa

L’Agenzia delle Entrate non sa più che pesci prendere. I debiti fiscali in archivio sono troppo superiori alla loro capacità di risquotere. Si chiede una soluzione.

L’archivio dell’Agenzia delle Entrate continua a riempirsi di nuovi fascicoli su tasse arretrate e debiti di vario tipo dei contribuenti con lo Stato. Intanto però, quelli arretrati non vengono risolti e pian piano il Fisco si è ritrovato con debiti vecchi di vent’anni ancora da saldare e non si risce in nessun modo a tenere il passo. L’allarme lo da il direttore dell’Agenzia delle Entrate Enrico Ruffini, che in audizione presso la commissione per il federalismo fiscale sottolinea l’inadeguatezza dei mezzi di riscossione dei debiti fiscali. Dalle parole di Ruffini apprendiamo che ci sono cartelle esattoriali negli archivi del Fisco vecchie fino a 22 anni e mai saldate e che, con i mezzi attuali, sono impossibili da recuperare, visto che l’archivio si riempie più in fretta di quanto la Riscossione riesce a risquotere.

In totale si calcolano circa 1.100 miliardi di euro di crediti non riscossi. Per la cronaca, questo ammontare di denaro sarebbe paragonabile al debito pubblico italiano, attualmente a 2.700 miliardi di euro. Nel suo intervento, il direttore Ruffini non ha mancato di sottlineare la responsabilità politica di questa situazione e ha contestato l’efficacia dei vari provvedimenti di grazia adottati negli ultimi tempi proprio per risolvere questo problema. Il problema fondamentale dei crediti arretrati è che questi, in larghissima parte, sono inesigibili e lo Stato non rivedrà mai i soldi di quei pagamenti mancati. La grande rottamazione delle cartelle esattoriali dell’anno scorso doveva essere una soluzione al problema, ma non ha fatto altro che tagliare la punta di un gigantesco iceberg sommerso.

Il blocco dell’invio delle cartelle esattoriali durante la pandemia non ha fatto altro che complicare ancora di più il problema, ma la vera causa è a monte. Ruffini sottolinea che l’Italia è l’unico paese dell’occidente a conservare in archivio cartelle vecchie di 22 anni. Inoltre l’archivio stesso ha un problema al livello di organico, visto che gli attuali 8.000 dipendenti che lavorano all’archivio del Fisco sarebbero, per legge, calibrati per occuparsi di un archivio di 3 anni, non 22. La soluzione proposta da Ruffini è quella di aumentare il potere di riscossione del Fisco, permettendo di risquotere più in fretta i nuovi crediti che entrano ogni anni mentre ci comincia a smantellare quelli più vecchi. Un vero Grande Fratello Fiscale che non risquote molte simpatie.

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