1400 euro netti al mese ma non trova persone. Un altro imprenditore si lamenta dei nostri giovani

Ragazzi che preferiscono avere tempo che avere soldi. Alcuni ristoratori lamentano questo come problema per il fatto che sia così faticoso trovare personale nonostante le paghe alte.

Il problema della mancanza di personale nei ristoranti sta diventando un macigno sulle spalle dei ristoratori. Molti piccoli ristoranti fanno fatica a trovare personale qualificato per i propri ristoranti, ma adesso anche grandi punti di ristorazione, che avanzano contratti regolari con paghe non indifferenti, stanno faticando non poco a trovare camerieri a cuochi. Lo dimostra un’intervista fatta al ristoratore e chef Filippo La Mantia, titolare di un ristorante al Mercato Centrale di Milano, che in oltre 80 colloqui effettuati, non è riuscito a trovare camerieri adatti al proprio ristorante. Dalle parole di La Mantia sembra che dopo la pandemia, ai giovani importi più avere tempo a disposizione che avere soldi.

Secondo quanto riportato da La Mantia, gran parte dei colloqui sono finiti nel momento in cui il ristoratore ha specificato che il lavoro nel ristorante sarebbe avvenuto anche nel weekend, con turni che spesso avrebbero occupato il lavoratore dalle 16:00 alle 24:00. Orari che per un ristorante sono normali. Le richieste degli aspiranti camerieri sono invece di lavori part-time, che lasci loro libere le serate e i weekend, poco importa della paga. I contratti di La Mantia, infatti, offrono un compenso di 22.000 euro lordi all’anno, che si traducono in 1.300/1.400 euro al mese netti, per turni giornalieri di 8 ore. Secondo il ristoratore, però, il problema non è tanto per il fatto che i giovani sono sfaticato, quanto che le loro priorità sono diverse da quelle che ci si aspetta.

In particolare dopo la pandemia, infatti, i ristoratori hanno notato una tendenza, in particolare dei giovani, di dare più importanza al proprio tempo e ai propri orari piuttosto che ai guadagni. Un’altra problematica percepita è quella dello sfruttamento dei lavoratori, con paghe troppo basse rispetto all’impegno richiesto. Secondo La Mantia, che parla per sé, questo è un falso problema, visto che i suoi contratti sono chiari e, a sua visione, rispettosi del lavoratore. Sull’argomento si sono espressi anche altri ristoratori, con parole più o meno dure nei confronti delle nuove generazioni. La situazione per i ristoranti rimane tuttavia grave. Molti ristoranti stanno lavorando con meno personale di quanto avrebbero bisogno e non riescono a trovarne altro da implementare in tempi brevi.

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