Conad, ora controllano anche che le dipendenti non abbiano il ciclo

Uno scatto d’ira che nasconde un problema molto più grave. Ecco l’episodio che ha portato alla luce il comportamento scorretto di alcuni direttori di supermercati nei confronti dei lavoratori.

L’episodio accaduto in un punto vendita Conad nella provincia di Pescara potrebbe apparire poca cosa se raccontato, ma nasconde un problema molto più grave. Possiamo immaginare lo stupore dei dipendenti del punto vendita quando si sono visti arrivare nella chat di gruppo un messaggio vocale della direttrice che recite: “Voglio il nome e cognome di chi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io!“. Il messaggio è dovuto al ritrovamento da parte della stessa direttrice di un assorbente usato e lasciato incautamente fuori dal cestino dei rifiuti nel bagno del personale. La cosa sarebbe potuta essere archiviata come uno scatto di rabbia della direttrice, se non fosse che c’è dell’altro.

Il sindacato Filcamps CGIL, che ha lavorato al caso, ha riportato come nelle parole di quel messaggio ci fosse veramente l’intenzione di controllare una per una le 12 dipendenti del punto vendita. La direttrice avrebbe in seguito previsto delle contestazioni disciplinari a tappeto e la mancata riconferma dei contratti a tempo determinato, se non fosse saltato fuori il nome della persona che ha lasciato quell’assorbente in bagno. Questo è quanto hanno riportato le indagini del sindacato. La violenza verbale si sarebbe poi tramutata in fisica quando le interessate si sono rifiutate di comunicare quanto richiesto. I capi reparto avrebbero realmente controllato ognuna delle 12 dipendenti donne del punto vendita. Questo, almeno, stando a quanto riportano le testimonianza delle dipendenti recuperate dalle indagini del sindacato.

Filcamps CGIL ha preso in carica il problema delle dipendenti del punto vendita Conad e ha già messo in campo tutte le misure necessarie per aiutarle. Il gesto è stato commentato come un inaudito episodio di violenza di una donna verso altre donne, e la cosa problematica è che non si tratta di un caso isolato. Nello stesso punto vendita ci sono stati problemi con la gestione dei locali del personale, come la chiusura dei bagni negli spogliatoi. Questo getta una cattiva ombra sul marchio Conad, che si ritrova a dover fare i conti con un clima di lavoro vessatorio e autoritario.

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