Frodi e costi triplicati, così Draghi chiude la porta al Superbonus

Ecco alcuni motivi per cui Draghi chiude la porta al Superbonus e potrebbe tramontare in fretta anche questa agevolazione

(Ansa/ Ettore Ferrari)

Dopo le parole del presidente del Consiglio, Mario Draghi, le ire del Movimento 5 Stelle, in particolare del suo leader, Giuseppe Conte, stanno facendo capolino nel dibattito televisivo. La dura reazione dei grillini, infatti, ha messo in discussione ancora una volta la tenuta de governo, mettendo alla luce l’eterogeneità della composizione di governo.

Nonostante vi sia stata una proroga del cosiddetto Superbonus 110%, vi sono alcuni motivi per cui Draghi ha deciso di iniziare a chiudere la porta al bonus. Le parole del premier, infatti, fanno ben capire che l’agevolazione economica voluta dal governo precedente ha le ore contate. Ecco perché.

Ecco perché Mario Draghi chiude la porta al Superbonus

Nelle scorse settimane si era dato il via libera alla proroga dei termini per accedere al Superbonus 110%. Tuttavia, sembra che sia iniziato il conto alla rovescia per la definitiva conclusione di questa chiacchierata agevolazione statale.

Dopo le recenti parole del premier Draghi, pronunciate durante il suo intervento all’assemblea de Parlamento UE, sono aumentate le possibilità che il Superbonus possa giungere definitivamente al tramonto. Questo perché, ma si era già capito, non gode di particolare popolarità all’interno dell’esecutivo e dunque potrebbe essere eliminato.

Non siamo d’accordo col superbonus 110%” – ha dichiarato il premier, criticando anche il conseguente aumento dei costi – “I prezzi necessari per le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché il Superbonus 110% toglie l’incentivo a trattare sul prezzo”.

(ANSA/ANGELO CARCONI)

Ad aumentare le tensioni, e quindi le possibilità di una cancellazione definitiva del Superbonus, vi è la questione legata alla cessione del credito. Il Movimento 5 Stelle ha infatti criticato fortemente l’incertezza del governo. Si chiedono a gran voce, inoltre, ulteriori modifiche della norma, in particolare riguardo la quarta cessione del credito.

A rincarare la dose delle polemiche ci ha pensato Riccardo Fraccaro, deputato 5 stelle, che ha contestato le parole del premier: “Il Superbonus è espressione della volontà parlamentare – ha tuonato – anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che ha ricevuto in più occasioni le lodi dell’UE”.

Uno scontro interno al governo che sembra continuare e che potrebbe portare ad un ulteriore frattura in un esecutivo che, dopo le parole di Conte, sembra essere stato messo ancora una volta a dura prova.

Impostazioni privacy