Rivalutazioni, chi avrà presto 50 euro in più ogni mese dall’INPS

Finisce quest’anno il blocco alla rivalutazione delle pensioni. Dal 2023 gli importi tornano a salire. Ecco chi sono coloro che possono festeggiare qualche soldo in più nelle pensioni del nuovo anno.

La rivalutazione delle pensioni è un meccanismo mediante il quale le pensioni si adeguano al costo delle vita vigente nel periodo storico in cui viviamo. Visto che il nostro benessere è tutto sommato in costante crescita e il costo della vita mediamente sempre più alto, anche le pensioni tendono ad aumentare per adeguarsi ai nuovi bisogni. Le rivalutazioni vengono normalmente effettuate una volta ogni due anni, salvo essere bloccate durante la pandemia. La parentesi pandemica si chiuderà, tuttavia, quest’anno, e già nel 2023 vedremo rialzarsi, anche se di poco, gli importi delle pensioni per via della rivalutazione.

L’ISTAT ha già annunciato che il tasso di rivalutazione definitivo stabilito è di 1,9%. Questo significa che non solo le pensioni aumenteranno d’importo l’anno prossimo, ma anche che si dovranno fare dei conguagli per recuperare dal tasso di rivalutazione di quest’anno, bloccato all’1,7%. Con un aumento in percentuale, ovviamente, aumenteranno maggiormente le pensioni più alte. Così, sulle pensioni che vanno dai 700 e i 2.200 euro, se le prime aumenteranno di appena 12-13 euro al mese, le seconde arriveranno fino ad un aumento di 50 euro al mese nel 2023. Per sapere esattamente quanto i prezzi variano nel corso dell’ultimo anno bisogna attendere i dati aggiornati dall’ISTAT. Intanto l’INPS procede con il calcolo su un duplice binario:

  • A inizio anno l’importo delle persone viene rivalutato secondo il tasso di perequazione provvisorio rivelato dall’ISTAT;
  • A inizio anno successivo si confrontano tasso provvisorio e tasso definitivo, e se quest’ultimo dovesse essere più alto si procede con un conguaglio e il pagamento degli arretrati.

Dato che il tasso provvisorio dell’anno 2022 è dell’1,7% e quello dell’anno 2023 sarà del 1,9%, si renderà necessario fare dei conguagli per restituire gli aumenti arretrati delle pensioni con il tasso al 1,9% anziché al 1,7%. Questo senza contare il relativo aumento dell’importo delle pensioni. Inoltre, a gennaio 2023 le pensioni subiranno un ulteriore aumento per la percentuale dell’inflazione dell’anno precedente. Questo significa che le pensioni potrebbero aumentare ancora fino a 60-70 euro al mese nel 2023.

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