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Tonno in scatola, ecco come capire dall’etichetta quale è il migliore

Published by
Riccardo Magliano

Leggere l’etichetta di un prodotto è la miglior abilità che un consumatore possa sviluppare. La lettura corretta dell’etichetta può permettere ad una persona attenta di distinguere un prodotto eccellente da uno mediocre.

Quante volte, facendo la spesa al supermercato, ci soffermiamo con attenzione a leggere l’etichetta di un prodotto? Spesso l’istinto è quello di afferrare il prodotto dando una lettura di massimo e poi andare a casa, ma se ci fermassimo un attimo a leggere attentamente l’etichetta del prodotto che abbiamo di fronte, ci accorgeremmo di molte cose. Prendiamo per esempio il tonno in scatola. Si tratta di un prodotto talmente diffuso e di facile utilizzo che difficilmente qualcuno non lo ha mai utilizzato in casa. Anche solo come piano di emergenza. Fermandosi a leggere con attenzione le etichette delle confezioni si possono conoscere molte informazioni importanti sul prodotto che permettono di distinguere quelli migliori da quelli mediocri o scadenti.

Si tratta di un’abilità per cui serve parecchio studio, quella di leggere le etichette, ma che a lungo andare paga. Secondo le leggi di tutela del consumatore dell’Unione Europea, entrate in vigore nel 2014, sulle etichette delle confezioni di tonno in scatola devono essere obbligatoriamente riportate una serie di informazioni sul prodotto stesso che permettano al consumatorie di accertarne la qualità. Queste sono:

  • La specie ittica;
  • La tipologia di riproduzione (allevamento o pescato);
  • La tipologia di pesca adottata;
  • La data di conservazione e scadenza;
  • Se il prodotto è congelato o meno: l’etichetta deve riportare se il prodotto è stato scongelato, e pertanto la modalità di conservazione;
  • Gli allergeni;
  • Il luogo di provenienza, in particolare il codice delle zone FAO (le porzioni di oceano da cui viene il pesce).

Quest’ultima informazione è particolarmente importante in quanto i tonni migliori provendono dalle porzioni FAO 61, 71 e 81, mentre sono sconsigliate le provenienza FAO 31, 34, 41, 47, 51 e 57. Queste informazioni servono perché se sono riportate interamente sull’etichetta significa che il prodotto è a norma di legge e sicuramente sano. Non si tratta di un parametro da sottovalutare. In Italia è stato riscontrato che su 600 etichette, circa l’80% non sono a norma di legge. Questo perché non vengono riportate tutte le informazioni sulle etichette, e se si comprasse una di queste, ci sono più possibilità di incrociare un prodotto non sano.

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