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Risparmio

200 euro di bonus, purtroppo qualcuno dovrà restituirli dopo pochi mesi

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Riccardo Magliano

Il bonus da 200 euro una tantum è uno dei cavalli di battaglia del Governo con il decreto aiuti. Ecco cosa potrebbe succedere a molti che lo riceveranno, ma lo dovranno restituire.

Il bonus una tantum da 200 euro in arrivo a luglio è uno degli aiuti più sostanziosi e universali messi in campo dal governo.

Utilizzato per combattere la drastica diminuzione del potere d’acquisto degli stipendi italiani in questo periodo di crisi, il bonus è previsto per una enorme platea di beneficiari. In particolare:

  • Tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati;
  • Lavoratori stagionali;
  • Lavoratori in cassa integrazione a Zero Ore;
  • Percettori del Reddito di Cittadinanza;
  • Collaboratori domestici;
  • Disoccupati;
  • Partite IVA.

L’unico requisito da tenere presente è che i beneficiari devono avere un reddito non superiore a 35.000 euro. Non è necessaria la compilazione del modello ISEE per avere accesso al bonus una tantum di 200 euro.

Per i lavoratori dipendenti il pagamento del bonus sarà anticipato a giugno, quando i datori di lavoro aggiungeranno la somma del bonus alla busta paga dei lavoratori. Gli stessi datori di lavoro potranno poi recuperare le somme spese in un secondo momento. Il problema sta proprio con i lavoratori dipendenti. I datori di lavoro, al momento dell’aggiunta del bonus di 200 euro alla busta paga, dovranno fare una stima del reddito dei lavoratori che hanno richiesto il bonus per l’anno corrente. Questo, ovviamente, non può tenere conto di tutti quegli imprevisti e potenziali aumenti o straordinari che potranno aumentare il reddito del lavoratori da luglio fino alla fine dell’anno 2022.

La domanda sorge spontanea: cosa succede qualora il reddito di un lavoratore che ha già ricevuto il bonus di 200 euro supera il reddito stimato di 35.000 euro alla fine dell’anno? La risposta è tragicamente semplice: se questo è il caso, il lavoratore dovrà restituire i soldi erogati indebitamente in busta paga, e sarà compito del datore di lavoro fare in modo che ciò avvenga. Si ripropone quindi lo stesso schema del fu Bonus Renzi. Se il lavoratore supera il requisito di reddito stimato a metà anno, il bonus va restituito. In questo caso l’aiuto di oggi potrebbe per molti trasformarsi in un nulla di fatto.

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