Forniture del gas per l’Italia, l’Eni accetta le condizioni di Putin

Smacco pesante per l’Europa, allorché Eni ha deciso di accettare le condizioni di Putin sull’importazione del gas. Il compromesso fa continuare gli approvigionamenti, ma a prezzo alto.

Il problema delle importazioni di gas metano in Italia si sta facendo sempre più pressante. Nonostante le trattative del Governo con altri paesi, primo tra tutti l’Algeria, per creare nuove rotte di commercio per il gas, le importazioni dalla Russia rimangono troppo importanti per poter essere interrotte. Questo è il motivo per cui Eni, in accordo con il Governo italiano, ha deciso di assecondare le richieste di Mosca. Si tratta di un compromesso che permette ad Eni di aprire un secondo conto di pagamento in rubli, così come richiesto dal Cremlino settimane fa.

La cosa risulta in uno smacco per l’Unione Europea intera e che sembra andare in contrasto con quanto concordato con gli Stati Uniti. Lo stato americano aveva già applaudito alla fermezza dei partner europei di fronte alla graduale eliminazione delle forniture di gas e petrolio russe, ma l’Europa ha fatto un dietrofront decisionale dicendo che la questione dell’apertura del secondo conto in rubli per i pagamenti sia al di là degli accordi presi. Questo solo poche ore prima che anche Eni annunciasse l’apertura verso le richieste del Cremlino sui pagamenti del gas. Quella di Eni non è tuttavia una decisione isolata. Altri big dell’energia europei (prima tra tutte la Rwe tedesca) hanno scelto di scendere a compromessi con Putin per mantenere un afflusso costante di gas nelle proprie nazioni e continuare a mantenere i livelli energetici che servono.

All’annuncio dell’apertura del conto, Eni ha precisato che questa è avvenuta nel pieno rispetto del quadro sanzionatorio verso la Gazprom Bank, che prenderà i pagamenti per conto dello Stato russo. “A carico della Gazprom Bank saranno tutti gli eventuali costi e rischi connessi alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti“, specificano da Eni. In questo caso Eni ha deciso di fare tutto alla luce del sole. In mancanza di un organo giuridico europeo che possa consentire di non pagare il gas, Eni ha deciso di adoperare la via contrattuale più corretta per non incorrere in contenziosi.

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