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Bonus 200 euro nel caos, il modulo non esiste

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Riccardo Magliano

All’annuncio, il bonus da 200 euro una tantum ottenibile a luglio doveva essere la cosa più semplice del mondo. Eppure, alle porte della consegna dei soldi, ancora si vive nell’incertezza di riceverli o meno.

Il bonus Una Tantum promesso da Mario Draghi a favore dei lavoratori sta mandando tutti nel caos. Una misura che sarebbe dovuta essere automatica presenta ancora dei problemi. I lavoratori pubblici non sanno come e a chi presentare il modulo.

Il bonus da 200 euro è previsto per essere distribuito una tantum a tutti i lavoratori e i pensionati con un reddito inferiore ai 35.000 euro. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti e i pensionati, il metodo di accredito doveva essere la cosa più semplice in assoluto: un accredito automatico alla mensilità di luglio direttamente nella busta paga o nella pensione del destinatario. Più complicate erano le cose attorno ai lavoratori autonomi, per i quali, tutt’oggi, non si hanno garanzie sul bonus Draghi, ed è plausibile che potrà essere preso soltanto in seguito.

Ora sorgono problemi anche per i lavoratori dipendenti pubblici. Dopo la prima dichiarazione di automaticità dell’accredito del bonus, il Governo ha fatto un passo indietro, rendendo obbligatoria la presentazione di un modulo di autocertificazione in cui il lavoratore avrebbe dichiarato di rientrare entro i requisiti di accesso al bonus. Ovvero di non avere un reddito superiore ai 35.000 euro e di non avere in famiglia qualcuno che percepisce il reddito di cittadinanza, la Naspi o la DisColl. Tale modulo dovrà essere presentato al datore di lavoro, nello specifico all’ufficio del personale, che provvederà ad anticipare i 200 euro di bonus in busta paga al lavoratore, venendo poi rimborsato dallo Stato.

Se per il privato la procedura è piuttosto semplice, stessa cosa non si può dire per il settore pubblico. La Pubblica Amministrazione si è trovata spaesata di fronte a questo cambio di piani. I dipendenti pubblici hanno anch’essi bisogno di sottoscrivere e consegnare il modulo di autocertificazione al datore di lavoro, ma non è chiaro dove, praticamente, debba essere consegnato tale modulo. Se nelle aziende private la situazione può essere gestita internamente, negli enti pubblici la cosa ha portato al caos, con molti lavoratori che si sono lamentati con i sindacati per la mancanza di istruzioni chiare. Il sindacato Confsalha richiesto l’intervendo del Ministro Brunetta per risolvere la situazione. Al momento non si è ancora riusciti a trovare una quadra di come saranno organizzate le consegne.

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