Illeciti fiscali, l’Agenzia delle Entrate ora ha un’arma in più

L’Agenzia delle Entrate ha nuovi strumenti per sconfiggere l’evasione fiscale di quelle aziende che operano tra più Stati eludendo il Fisco.

Gli illeciti fiscali internazionali sono aumentati nel corso degli ultimi anni. Le aziende che operano in due o più Stati molto spesso decidono di pagare le tasse in quella nazione dove l’imposizione fiscale. Questa procedura comporta un’evasione fiscale: le imposte vanno pagate laddove il reddito viene prodotto.

Il contribuente non può dunque decidere di sua volontà a quale Paese versare le imposte a seconda della percentuale più basse. Tuttavia le varie discipline nazionali possono generare dei casi dubbi oppure delle maggiori difficoltà di controllo. L’Agenzia delle Entrate ha introdotto novità in materia di tax compilance e transfer pricing.

Cosa è la tax compilance?

La tax compliance è l’adempimento spontaneo agli obblighi tributari da parte del contribuente che, da un lato, consente di assumere scelte ed avere comportamenti rispettosi delle norme fiscali e, dall’altro, permette di minimizzare l’impatto del carico fiscale sui risultati economici dell’impresa.

Non si tratta di andare alla ricerca di sofisticati metodi di evasione tributaria. Si tratta di ricercare le migliori soluzioni per determinare, nel pieno rispetto delle disposizioni vigenti, il minor carico fiscale possibile per l’impresa ed evitare, in questo modo, di dover affrontare estenuanti contenziosi con l’Agenzia delle Entrate, con le perdite di tempo e tutti i costi connessi.

Importanti diventano gli accordi preventivi bilaterali e multilaterali. Affinché si possa arrivare a un accordo preventivo internazionale è necessario che l’impresa che opera a livello internazionale presenti un’istanza, ma è previsto anche il pagamento di una commissione che viene determinata in base al fatturato dell’impresa. Le soglie sono:

  • 10.000 € per imprese appartenenti a gruppi il cui fatturato complessivo è inferiore a 100 milioni di euro;
  • 30.000 € nel caso in cui il gruppo a cui appartiene l’impresa istante abbia un fatturato annuo superiore a 100 milioni di euro e non superiore a 750 milioni di euro;
  • 50.000 € nel caso in cui il fatturato del gruppo sia superiore a 750 milioni di euro.

 

Attenzione al transfer pricing

Il transfer pricing è una tecnica volta a spostare reddito tra un Paese ed un altro attraverso l’applicazione, nelle operazioni infragruppo, di corrispettivi più elevati o più bassi di quelli che sarebbero fissati tra imprese indipendenti. Lo spostamento del reddito avviene generalmente verso i Paesi a bassa fiscalità, per usufruire del minor carico fiscale.

La nuova circolare 21/E dell’Agenzia delle Entrate ha introdotto controlli più approfonditi verso chi si trova nel caso concreto di transfer pricing con le relative sanzioni da pagare in caso di reato.

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