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Reddito ci cittadinanza verso l’abrogazione: ecco il primo passo

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Riccardo Magliano

Il nuovo emendamento voluto dal centrodestra per correggere il reddito di cittadinanza è già attivo. Adesso siamo un passo più vicino all’abrogazione definitiva del sostegno.

All’inizio del 2022 c’erano già state delle modifiche al testo che regolamente ail reddito di cittadinanza per far si che non si potessero rifiutare proposte di lavoro in eterno. Questo emendamento approvato recentemente rende il rifiuto delle offerte di lavoro ancora meno conveniente per i percettori.

Ci sono ancora molti dubbi intorno al reddito di cittadinanza. La misura ha fallito miseramente nel suo intento di rimettere in moto il mercato del lavoro in Italia, nonostante sia stata anche la misura principale di aiuto per le famiglie economicamente più svantaggiate del paese. Nel tentativo di ridare moto alla prima delle finalità del sussidio a firma pentastellata, il Governo aveva già implementato alcuni cambiamenti ad inizio anno.

Dall’inizio del 2022 erano previste delle riduzioni regolari dell’importo del reddito di cittadinanza verso quelle persone che rifiutavano le offerte di lavoro che gli venivano proposte. Inoltre si era concordato di togliere del tutto il sussidio a coloro che non si recavano mensilmente ai centri per l’impiego con l’intenzione di trovare lavoro. Questo voleva essere un incentivo ulteriore per portare le persone a non adagiarsi troppo sul sussidio statale, ma non è stato abbastanza. Recentemente abbiamo visto come il metodo non abbia funzionato, a causa della lentezza della burocrazia regionale, per cui i centri per l’impiego impiegavano molto tempo a mandare i dati dei percettori inadempienti dei propri doveri alle Regioni. Queste poi impiegavano altro tempo per mandare quegli stessi dati all’INPS, con il risultato che passavano dei mesi prima che le riduzioni del reddito di cittadinanza cominciassero ad avere effetto.

Una ulteriore stretta alle regole arriva dall’emendamento proposto dal centrodestra unito e approvato in Parlamento. Secondo questo emendamento un privado datore di lavoro può contattare direttamente un percettore del reddito di cittadinanza per proporgli un contratto di lavoro. In caso di rifiuto, il percettore in questione verrebbe privato di una delle due opzioni che gli consentono di percepire il sussidio. In questo modo, dichiara Paolo Zangrillo di Forza Italia, primo firmatario dell’emendamento, i datori di lavoro possono proporre richieste diretta, bypassando l’inefficace sistema dei centri per l’impiego e dei navigator.

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