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Legge 104, dal 13 agosto le regole cambiano. E in meglio

Published by
Gianluca Merla

A partire dal 13 agosto cambiano le regole relative alla legge 104. Ecco quali sono le principali novità e a cosa serve fare attenzione

La cosiddetta legge 104 è un provvedimento che permette a familiari di persone che versano in condizioni fisiche e psichiche difficoltose di poterle assistere e avere dei sostegni da parte dello Stato. Tra questi, infatti, vi rientrano alcune tipologie di pensione, esenzioni dal ticket, sconti per medicinali e particolari permessi lavorativi.

Tuttavia, a partire dal 13 agosto di quest’anno cambiano le regole relative alla legge 104, e in meglio. Ci saranno, infatti modifiche importanti che riguarderanno soprattutto coloro che assistono una persona malata o in difficoltà. Ecco, quindi, quali sono le principali novità e a cosa serve fare attenzione.

Cambiano le regole alla 104. Ecco quali sono le novità

Grazie all’approvazione di un decreto emanato nel mese di giugno, cambiano le regole alla 104. Sarà infatti previsto un aumento dei familiari che possono dividere i giorni di assistenza. In sostanza, sarà possibile alternare i permessi a lavoro tra un maggior numero di familiari della persona a cui serve assistenza.

Secondo l’Inps, l’obiettivo dei cambiamenti alla legge, è quello di “conciliare l’attività lavorativa e la vita privata – dice l’Istituto nel messaggio 3096 del 50 agosto – per i genitori e i prestatori di assistenza”. Inoltre, lo scopo è anche quello di perseguire la condivisone di responsabilità di cura tra uomini e donne.

Nel dettaglio, ci saranno modifiche al principio del “referente unico dell’assistenza”. Secondo questo principio, non era prevista il riconoscimento a più di un lavoratore dipendente di poter usufruire dei giorni di permesso. Con il nuovo articolo, più soggetti potranno richiedere permessi di lavoro, per massimo 3 giorni, per fornire assistenza alla persona che versa in condizioni di disabilità.

Inoltre, verrà introdotto il cosiddetto “convivente di fatto”. Questo viene individuato dal legislatore con l’obiettivo della concessione del congedo in parola, riconosciuto in maniera alternativa e allo stesso livello del coniuge.

Il suddetto congedo vale anche in caso la convivenza sia stata avviata in un periodo successivo alla richiesta di congedo. Sarà possibile inviare richiesta per ottenere i permessi e il congedo usufruendo dei servizi telematici forniti dall’Inps e accedendo, quindi al sito web, al contact center o agli Istituti di Patronato.

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