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Offerte di lavoro, non si presenta nessuno. E l’azienda perde 10 milioni

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Sabrina Pesce

Una nota azienda nonostante le numerose offerte di lavoro avanzate, ha perso ben 10 milioni a causa del fatto che non si presenta nessuno. Approfondiamo insieme la vicenda.

In Italia, sempre più persone si lamentano della difficoltà di trovare lavoro tuttavia la vicenda che ha come protagonista una nota azienda, rivela che in realtà in molti casi manca la voglia di lavorare e mettersi in gioco.

Un imprenditore, Sandro Bottega, titolare dell’azienda vinicola che porta il suo stesso nome sita a Treviso, si è detto pronto ad assumere ben venti figure professionali tra cui magazzinieri, manutentori, autisti, mulettisti, soffiatori, impiegati, e molte altre. Tuttavia, l’uomo ha spiegato che nonostante l’elevato numero di figure professionali richiesto non ha ricevuto alcun tipo di riscontro da parte delle persone. In poche parole, nessuna ha risposto alle offerte di lavoro avanzate dall’azienda e per questo l’imprenditore si è detto davvero sconvolto dalla situazione. In particolare, ha spiegato che ricercare il personale per la propria azienda è diventato sempre più difficile. Sono necessari anche mesi per riuscire a trovare figure professionali esperte e dunque provviste delle qualità richieste e questo si ripercuote di conseguenza sull’attività. Si finisce com’è ovvio per perdere ordini e di conseguenza anche clienti che vanno alla ricerca di aziende più puntuali situate fuori dal Paese.

L’attuale andamento, ha spiegato Bottega, ha portato lo Stato a perdere più di 10 milioni di euro beneficiando delle tasse. Senza contare poi che grazie all’offerta di nuovi posti di lavoro si  sarebbe verificata una riduzione delle risorse necessarie per il Reddito di Cittadinanza. Proprio riguardo a tale misura, tra le altre cose, la gran parte delle forze politiche si sono dette estremamente contrarie in quanto avrebbe portato ad una penuria di lavoratori stagionali. In particolare, pare siano oltre 300 milioni le figure professionali che mancherebbero all’appello mettendo in seria difficoltà i datori di lavoro che operano in questo settore. Quel che è certo è che il Reddito di Cittadinanza è una misura che deve essere rivista e molto probabilmente il prossimo Governo che si insedierà in Parlamento dopo le elezioni del 25 settembre si adopererà per agire in tal senso.

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