Pensioni, perché dobbiamo iniziare a preoccuparci

In attesa delle elezioni e dei tempi per far passare le nuove proposte,  per le pensioni si prospetta il ritorno alla Fornero

Nonostante si sia provato ad evitarlo in tutti i modi attraverso numerose trattative politiche, dal prossimo anno si ritornerà al modello pensionistico della legge Fornero. Per cui sarà necessario raggiungere i 67 anni di età per uscire dal lavoro e ricevere l’assegno. Il regime provvisorio di Quota 102 scade infatti con la fine del 2022 e a causa della caduta del governo Draghi non è stato possibile portare a termine la nuova riforma.

La riforma pensioni doveva ammorbidire il passaggio del raggiungimento dell’età utile a ricevere la pensione. I tempi per ridurre lo scalino di età, per andare in pensione a 64 anni, sembrano ormai essere ristretti. Anche nel caso in cui dalle elezioni uscisse una maggioranza da subito operativa, difficilmente ci sarebbero i margini per mettere in piedi una riforma, considerando anche l’attuale inflazione.

Pensioni, le proposte per sostituire la Fornero

Il livello attuale del caro vita dovrebbe portare alla rivalutazione dell’assegno pensionistico almeno del 7% in più, per questo al momento l’opzione più probabile sembra essere un’ulteriore deroga nel 2023. In vista delle elezioni del 25 settembre ciascun partito sta portando avanti la propria proposta per superare la riforma Fornero. C’è divisione anche nel centro-destra con la sola Lega ad avere un’idea chiara.

Il punto forte sarebbe Quota 41 con la pensione anticipata per chi ha 41 anni di contributi, invece che 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne. Sarebbe previsto inoltre uno sconto mamma che permette alle donne di abbassare gli anni di contributi per ogni figlio, fino a 38 anni. Tra le proposte dei leghisti anche un assegno di vecchiaia per le donne con 63 anni e 20 anni di contributi.

Meno dettagliate le proposte degli alleati, da Berlusconi a Fratelli d’Italia. L’dea della Lega di rinnovare sia Opzione Donna che Ape Sociale rientra anche nei piani del Pd, curando soprattutto la lista dei lavori gravosi.

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