Controlli dell’Agenzia delle Entrate, così cambiano le regole

L’Agenzia delle Entrate cerca nuovi metodi per tenere sotto controllo i contribuenti. Grazie ad un nuovo emendamento, cambiano i tipi di controlli che il Fisco fa nei confronti dei cittadini.

L’emendamento con cui si introducono questi nuovi controlli è applicato al decreto semplificazioni. Collegamento azzeccato, visto che si tratta di un decreto che dovrebbe rendere più semplici le operazioni burocratiche. In questo caso si va a intervenire sulle procedure del Fisco nei confronti dei controlli ai cittadini.

Foto ANSA Firma: Agenzia delle Entrate Riscossione

Controlli dell’Agenzia delle Entrate, così cambiano le regole

Con le nuove politiche in fatto di evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate ha messo in campo dei nuovi e più completi controlli fiscali sui contribuenti. Le modifiche alle possibilità di trasferimento di denaro e di pagamento in contanti decisi con l’ultima Legge di Bilancio influiscono parecchio su questi controlli, per il fatto che ogni spesa dovrà essere giustificata, soprattutto se risulta un’incongruenza tra la spesa sostenuta e le entrate dichiarate nella Dichiarazione dei redditi.

A questo proposito, non basterà dire che si è trattato di spese di qualche tipo, ad esempio spese familiari, perché il Fisco andrà a scavare molto più a fondo, cercando di far quadrare la situazione. Un caso pratico di questa nuova politica di controlli a tappeto e approfonditi arriva dalla Puglia nel 2021. Nel caso in esame tratta di un contribuente socio di una azienda agricola per cui il Fisco ha riscontrato un traffico di movimenti di denaro in entrata e uscita non concordi con quanto dichiarato dal contribuente stesso. Si trattava di movimenti di denaro non giustificati su cui l’Agenzia delle Entrate ha voluto fare chiarezza. La persona in questione ha fatto ricorso, ma non è stato accettato. Secondo la legge, infatti, sta al cotribuente fornire tutte le dovute documentazioni e prove che giustifichino i propri spostamenti di denaro sia in entrata che in uscita dal conto corrente.

Foto ANSA Firma: Fabio Frustaci

La stessa posizione è stata ribadita dalla Corte di Cassazione, che ha sottolineato come non basti presentare un conto corrente come “limitato alle spese familiari” per poter giustificare traffico di denaro non congruente con quanto si legge nella dichiarazione dei redditi. La stessa cosa vale in presenza di un conto corrente cointestato. Il reddito imponibile, cioè quello su cui un contribuente paga le tasse, viene calcolato su tutti i conti corrente di cui è intestatario, a prescindere dall’utilizzo o se sia cointestatario insieme a qualcun altro. Perciò ogni movimento da ogni conto corrente deve essere giustificato con il Fisco.

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