Superbonus, ora l’Agenzia delle Entrate vuole le foto

Se ne è parlato tanto, in questi mesi: ma il superbonus 110% continua ad essere al centro delle attenzioni soprattutto sul piano procedurale, di tutti coloro i quali ne hanno diritto. Che cosa sta cambiando ancora?

Andiamo a vedere nel dettaglio che cosa c’è di nuovo intorno al superbonus 110%, il cui lungo e tortuoso percorso di ottenimento, le prassi e le procedure, hanno avuto vari step e cambiamenti nel corso del tempo.

Foto ANSA Firma: Luca Zennaro

Il superbonus 110% ha visto una larga parte dei fruitori ottenere il beneficio non in modo diretto, vale a dire tramite la detrazione del credito dalle proprie imposte, ma attraverso la cessione. Di questo si è parlato e discusso molto, così come ne è derivato un lungo percorso di procedure e iter da tenere a mente.

Le imprese, oggi in difficoltà nell’anticipare le spese, apprezzano di più la cessione a  in favore degli intermediari finanziari, come le banche e Poste Italiane.

Questa è una modalità che tuttavia l’Agenzia delle Entrate ha avuto parecchio da eccepire, soprattutto per quanto riguarda la responsabilità del cessionario in caso di dichiarazioni fraudolente, vale a dire di lavori dichiarati ma non eseguiti.

Superbonus: la procedura in sicurezza

Foto ANSA Firma: Angelo Carconi

In questo contesto è cruciale per il cessionario avere le foto dei lavori eseguiti così da riuscire a controllare l’avanzamento e la concreta realizzazione e procedere all’acquisto del credito di imposta, superando dunque il rischio di sanzioni e perdite che possono essere copiose.

Le foto potranno poi essere mostrate all’Agenzia delle Entrate in caso di controlli, liberandosi dunque altresì del rischio di non veder riconosciuti i crediti acquistati.

L’obiettivo chiave dell’Agenzia delle Entrate è anticipare e in tal senso poi reprimere le frodi attuate tramite la cessione del credito del superbonus 110%.

Superbonus, modalità per evitare le frodi

Le frodi sono diventate così un pericolo da mettere a punto la circolare 23/E/2022 in cui, oltre a prevedere la responsabilità in solido per il cessionario, sono tracciati anche dei «comportamenti tipo» da tenere d’occhio per evitare di acquisire dei crediti che poi non potranno essere riscossi, nel caso di indebita fruizione dell’agevolazione.

Tra gli aspetti a cui prestare attenzione questi sono i principali:

assenza di documentazione;
contraddittorietà tra la documentazione prodotta e i lavori eseguiti;
l’incoerenza tra i lavori effettuati e il valore per essi indicato;
la sproporzione tra i crediti ceduti;
incoerenza tra la condizione reddituale del cedente e il valore dell’immobile su cui i lavori sono realizzati.

Il cessionario del superbonus 110% deve chiedere la documentazione fotografica. Proprio per questo tra i documenti da allegare al prospetto informativo consegnato alla banca al fine di cedere il credito, sono previste anche le foto.

La relazione fotografica deve essere in grado di indicare:

la condizione iniziale dell’immobile;
la documentazione inerente il Sal (Stato Avanzamento Lavori);
lo stato dell’immobile alla conclusione dei lavori.
La documentazione fotografica non sostituisce i documenti in precedenza richiesti, si tratta di una documentazione ulteriore, quindi continua a essere richiesto il visto di conformità e le asseverazioni sulla congruità delle spese.

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