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Dopo il 25 settembre rifiuti un lavoro e perdi il Reddito: perchè potrebbe accadere davvero

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Sabrina Pesce

Dopo il voto del 25 settembre per i percettori del Reddito che rifiutano un lavoro potrebbe accadere di perdere il godimento del beneficio. Ecco perchè potrebbe accadere.

Il Reddito di Cittadinanza è una misura nata per aiutare e famiglie che versano in difficoltà economiche e che dunque hanno necessità di beneficiare di un’integrazione al reddito che talvolta è inesistente.

Con l’inizio della campagna elettorale, però, i partiti politici hanno mostrato un certo interesse nei confronti della misura.

Dopo il 25 settembre rifiuti un lavoro e perdi il Reddito

In verità la maggior parte di essi si sono mostrati in totale disaccordo con il Reddito poiché convinti che abbia solo avuto il risultato di aver favorito il fenomeno del parassitismo. A tal proposito, il leader della Matteo Salvini è tra coloro che si sono espressi con maggior vigore contro la misura. In particolare, qualora dovesse vincere il centrodestra potrebbe essere in serio rischio. Salvini, difatti, ha fatto sapere che nel caso in cui il beneficiario del reddito rifiutasse un lavoro non ne avrà più diritto. Di conseguenza, una volta al governo il leader del Carroccio ha spiegato che sarà messa in atto una revisione della misura così come pensata dal Movimento 5 Stelle. Chiaramente, si assisterebbe ad un cambiamento radicale rispetto a quanto è previsto al momento: la decadenza del beneficio, difatti, si verifica qualora non venisse accetta almeno una di tre offerte di lavoro che risultino congrue.

.Tuttavia, Matteo Salvini non è il solo ad essersi espresso in merito al Reddito. Anche Carlo Calenda, leader del Terzo Polo, difatti, sembrerebbe avere un’idea molto simile dal momento che, una volta al governo, si procederebbe con l’introduzione di limiti più stringenti. Nello specifico, Calenda ha fatto sapere che l’intenzione sarebbe quella di porre un limite nella durata del Reddito di Cittadinanza che andrebbe a decadere nel caso in cui dopo 24 mesi il beneficiario non avesse trovato ancora lavoro. In tal caso, dunque, la perdita di un terzo del beneficio sarebbe automatica e si verrà presi in carico dai servizi sociali del Comune di Residenza. In ogni caso, la misura in esame dovrà sicuramente essere revisionata e modificata eliminando gli aspetti più critici, tuttavia, va tenuto conto anche del fatto che per molti risulta essere l’unica fonte di sostentamento.

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