Quando si parla di dipendenza energetica nei confronti della Russia, purtroppo non stiamo esagerando. La Russia provvede per una larghissima fetta al fabbisogno energetico italiano, tanto che, con la recente crisi, sarà estremamente complesso sostituirla. Ci vorranno almento 2 anni.
L’efficacia della strategia di Putin di tenere sotto pressione l’Unione Europea sfruttando il gas deriva da un semplice fattore: l’Europa non può fare a meno del gas importato dalla Russia. Prendendo soltanto il nostro paese come esempio, prima della crisi il gas russo rappresentava il 40% del fabbisogno energetico nazionale. Sostituirlo non è compito facile.
La scelta storica di affidarci ad altri paesi per coprire il nostro fabbisogno energetico è stata fatta per delle ragioni.
Perchè Putin ci terrà in pugno per altri due anni
Tuttavia, retroattivamente, la cosa ci si è rivolta contro. Scelte di politica energetica poco lungimiranti ci hanno messo nella situazione che vediamo adesso, con un dittatore che ci tiene in pugno sapendo benissimo che non possiamo trovare da altre parti un bene prezioso che il suo paese ha in abbondanza.
Il Governo lo ha ammesso: il gas che importiamo dalla Russia non è facilmente sostituibile. Stringere accordi commerciali con paesi differenti richiede tempo, la produzione nazionale di energia è minima, e anche le energie alternative hanno infrastrutture troppo poco sviluppate per essere un’alternativa solida all’utilizzo del gas naturale. Tutti questi fattori uniti insieme portano ad un risultato allarmante: non potremo fare a meno del gas di Mosca almeno per i prossimi 2 anni. Al momento i tentativi di arginare questo problema ci sono. Il primo è il sistema di stoccaggio del gas, in modo da poter avere abbastanza gas stipato per superare l’inverno. In secondo luogo, il Governo ha stretto dei contratti commerciali con l’Algeria, nostro secondo partner per quanto riguarda il gas, in modo da poter far affluire maggiori risorse da quella fonte.
Altre azioni intraprese dal Governo per superare il momento di crisi riguardano anche la produzione nazionale. Si è partiti con la costruzione dei due rigassificatori galleggianti di Piombino e Ravenna, che potrebbero essere operativi uno nel 2023 e uno nel 2024; c’è stato poi un incentivo per quanto riguarda la produzione di gas al livello nazionale, in particolare presso i pozzi di gas dell’Adriatico. Oltre a questo c’è anche l’intenzione di investire sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Insomma, le strategie per ribattere ai ricatti di Mosca ci sono, ma essendo state prese in un momento già di crisi, ci vorrà tempo perché comincino a dare i loro frutti. Intanto saremo ancora sotto scacco da parte di Putin.